I 15 milioni di euro di sanzione alle compagnie elettriche non basta a mettere in riga il mercato dell’energia.
Federconsumatori guarda con plauso alla dura azione dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato per pratiche commerciali aggressive “che hanno condizionato l’aumento dei prezzi per i consumatori, rappresenta un atto di grande rilievo, che conferma i nostri allarmi e le nostre denunce in tal senso“.
Si tratta però secondo l’Associazione dei consumatori solo della punta dell’iceberg sul sommerso dei contratti di gas ed energia elettrica, “dove le pratiche scorrette delle aziende, che sono centinaia e non certificate, nonché la lesione dei diritti dei consumatori sono all’ordine del giorno”.
L’azione ha coinvolto alcune tra le più importanti società del settore energetico del nostro Paese come Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Ibedrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia.
La sola azione sanzionatoria non è sufficiente a tutelare con efficacia i consumatori. Per questo Federconsumatori denuncia e ribadisce la necessità di un rinnovamento del quadro regolatorio del mercato energetico.
L’azione con Arera in vista anche della fine del mercato tutelato
Alla luce anche di questi fatti Federconsumatori intende chiedere all’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente “di aprire un confronto a 360 gradi, per riequilibrare il rapporto tra aziende fornitrici e consumatori, troppo sbilanciato a favore delle prime”.
A fare da spettro su queste azioni anche la prossima chiusura del mercato tutelato “di cui è stata solo annunciata una proroga ancora non pervenuta nei fatti”. Passaggio che sottolineano dalla Associazione “espone i consumatori a rischi e asimmetrie informative ancora maggiori di quelle esistenti oggi“.
La mancanza di chiarezza tra i consumatori
“Nelle centinaia di assemblee pubbliche che Federconsumatori sta facendo in tutta Italia” scrive ancora l’Associazione, “è palese e manifesto lo spaesamento e lo scoramento dei consumatori a dover affrontare un mercato dell’energia che non li tiene in nessun conto, se non come terminali passivi di politiche commerciali sempre più pervasive, che nemmeno il susseguirsi di pesanti sanzioni riesce ad arginare”.
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