“Abbiamo imparato che l’energia non può essere data per scontata. Ci troviamo di fronte a una molteplicità di sfide: sicuramente dobbiamo passare alle fonti energetiche rinnovabili, ma in maniera pragmatica. Bisognerà superare degli ostacoli, dalla lentezza della burocrazia alla scarsità di risorse umane, fino alla necessità di sviluppare tecnologie di storage. Il nostro principale obiettivo è la difesa del mercato libero e dei diritti dei consumatori”.
È con queste parole che, il 26 giugno a Milano, il presidente di Energia Libera, Salvatore Pinto, ha introdotto l’evento dal titolo “Liberare le energie, sicurezza per il Paese e sostenibilità per famiglie e imprese”. Pinto si è poi soffermato sul ruolo del gas nel percorso di transizione energetica, argomento su cui si è focalizzato anche il commento di Alberto Pototschnig, direttore della società di consulenza DFC Economics.
Il gas e l’evoluzione del settore dell’energia
In base all’analisi presentata dall’economista, gli scenari di decarbonizzazione prevedono una stabilizzazione della capacità di generazione a gas (green e fossile) intorno ai 40 GW. “Il gas è in grado di assicurare la copertura della domanda residua, permettendo una maggiore penetrazione delle FER nel mix elettrico”, ha spiegato Pototschnig. Inoltre, “offre una più rapida opzione alla decarbonizzazione di fonti più inquinanti, fornisce flessibilità al sistema elettrico e ne garantisce la stabilità in presenza di una crescente quota di generazione a bassa inerzia”. È importante, però, assicurare che l’evoluzione del parco di generazione sia compatibile con i requisiti di stabilità del sistema e facilitare la valorizzazione a termine, sul mercato, delle risorse flessibili.

La tassonomia UE
La Commissione europea, effettivamente, ha previsto l’inclusione di specifiche attività energetiche dei settori del gas e del nucleare nell’elenco delle attività economiche “sostenibili” comprese nella cosiddetta tassonomia UE. Nel mese di aprile, otto uffici europei di Greenpeace hanno presentato una causa presso la Corte di giustizia europea contro una simile decisione che, secondo l’organizzazione, consente alle centrali a gas e nucleari di ricevere fondi che altrimenti sarebbero stati destinati alle rinnovabili. Anche ClientEarth, WWF European Policy Office, Transport & Environment (T&E) e BUND (Friends of the Earth Germania) hanno presentato un ricorso ricordando che l’uso del gas non può essere classificato come “sostenibile”, visto il suo impatto negativo sull’ambiente.
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Una transizione sostenibile per imprese e famiglie
La seconda parte dell’evento si è concentrata sul ruolo del mercato nella transizione sostenibile per i cittadini e le aziende. Secondo Simona Benedettini, senior consultant di MRC Consultants and Transaction Advisers, “dovremmo prima chiederci: qual è il ruolo che famiglie e imprese possono giocare nei mercati? Con la crisi energetica, la domanda di energia si è ridotta di fronte all’aumento dei prezzi: ciò significa che può rispondere ai segnali di prezzo. Se questo può avvenire in un contesto non virtuoso come la crisi, può avvenire anche in maniera virtuosa. Pertanto, è importante fornire servizi di flessibilità nei sistemi elettrici”.

La liberalizzazione del mercato elettrico
L’Europa, in effetti, ha avviato una profonda revisione della politica energetica che porterà a un profondo mutamento strutturale del mercato elettrico. “Nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo raggiunto traguardi importanti nel percorso di liberalizzazione del mercato”, ha dichiarato Valeria Amendola, direttrice generale DG competitività ed efficienza energetica del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). “Prima di tutto, abbiamo portato a termine la redazione dell’elenco dei venditori di energia elettrica. Ora, la strutturazione dell’offerta garantisce al consumatore caratteristiche di affidabilità. Il decreto di maggio 2023 ha poi stabilito in maniera organica le modalità con cui una vastissima platea di clienti domestici potrà effettuare questo passaggio”.
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Ammontano a circa 9,5 milioni i clienti domestici che non sono ancora transitati nel mercato libero e che, salvo eccezioni, dovranno farlo entro il 10 gennaio 2024. Di questi, secondo le stime riportate dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato nel parere reso sullo schema di decreto, circa la metà (4-5 milioni di utenti) rientrano nella categoria di clienti vulnerabili, per i quali sono stati pensati appositi strumenti di tutela.

La tutela dei clienti vulnerabili e la campagna informativa
Stando a Fabrizio Benzoni, deputato AZ-IV capogruppo Commissione attività produttive, “la platea dei vulnerabili è troppo vasta; bisogna assicurare che ad essere tutelati siano i consumatori che ne hanno realmente bisogno”. Dall’altro lato, è fondamentale mettere a punto una campagna informativa che raggiunga capillarmente tutti gli utenti. “Dovrà chiarire cosa cambia, cosa non cambia, e a cosa i consumatori dovranno prestare sempre più attenzione. Nel 2027 finirà il sistema di tutele graduali e, pertanto, dovranno attrezzarsi e restare vigili. Il consumatore, infatti, deve restare aggiornato sulle evoluzioni delle condizioni di mercato”, ha concluso Federico Boschi, capo Dipartimento energia del MASE.
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