Italiani spaventati dai costi dell’energia rinnovabile

La crisi spaventa gli italiani che non investono più negli impianti di energia rinnovabile nonostante il loro costo stia progressivamente calando.

Negli ultimi anni anche in Italia si è diffuso il tema dell’ecosostenibilità, ovvero l’attenzione a far sì che le nostre attività non abbiano un impatto ambientale eccessivo, ma si inseriscano piuttosto in un’ottica di sviluppo sostenibile. Gli impianti di riscaldamento delle nostre abitazioni, così come le automobili e la produzione di energia tradizionale, sono responsabili di emissioni dannose per l’ambiente che ci circonda. Ciò ha ripercussioni anche sulla nostra stessa salute, poichè, anche se spesso ce ne dimentichiamo o facciamo finta di niente, più l’ambiente in cui viviamo è inquinato, più abbiamo la possibilità di risentirne a livello fisico, contraendo malattie a volte fatali. Oltre a questi motivi di carattere etico, non bisogna dimenticare che scegliere di soddisfare il proprio fabbisogno energetico con energia proveniente da fonti rinnovabili, può portare anche vantaggi di carattere economico. Scegliendo questa opzione, infatti sarà possibile risparmiare sulla fornitura di energia dal momento che lo Stato prevede agevolazioni sulle tariffe per l’energia pulita.

Investendo in pannelli fotovoltaici da posizionare ad esempio sul tetto della propria abitazione, sarà infatti possibile soddisfare buona parte del proprio fabbisogno energetico e, quindi, risparmiare sul lungo termine. Tuttavia la situazione al momento non è incoraggiante in un’ottica di sostenibilità ambientale: in Lombardia, ad esempio, solo il 9,4% della produzione energetica annuale è prodotta grazie a fonti rinnovabili, come testimonia questo articolo.

Forse proprio per via del fatto che i vantaggi economici sono visibili solo a lungo termine, molti italiani non sono disposti a fare investimenti di questo tipo: da una ricerca dell’Osservatorio SuperMoney è infatti emerso come siano sempre di meno gli italiani che scelgono le energie rinnovabili, probabilmente anche per colpa dei costi leggermente più alti di quella tradizionale.

Il dato dell’Osservatorio riporta un calo del 3% in un solo anno: a marzo 2012 erano il 12% gli italiani green, adesso solo il 9%, un’inversione di tendenza repentina che dimostra, di fatto, l’esistenza di un disagio tra gli italiani nei confronti dell’energia rinnovabile.

Come cerca di spiegare l’Amministratore Delegato SuperMoney, Andrea Manfredi, “Probabilmente è uno dei tanti effetti della crisi sul budget delle famiglie. La fornitura verde costa un po’ di più e, per questo motivo, può apparire superflua. Peccato che, in questo caso, si tratti di un timore forse eccessivo: con un rapido sguardo ai prezzi, ci si accorgerebbe che la spesa per una tariffa ecologica oggi è minore rispetto a febbraio 2013”.

Manfredi infatti, introduce una questione paradossale in merito: questa tendenza digressiva dei consumi green infatti, avviene proprio nel momento in cui i prezzi giornalieri del costo delle rinnovabili stanno subendo un calo.

Rispetto al 2012 quando il costo giornaliero dell’energia rinnovabile era 15 centesimi di euro in più rispetto ai costi di quella tradizionale, adesso questa cifra è arrivata ai 9 -12 centesimi; il mercato delle rinnovabili infatti, diventa sempre più competitivo. Come spiegarsi allora, questo trend inverso?

Come ha spiegato Manfredi, “In poche parole, essere ecologici è un ‘sacrificio’ che costa meno rispetto a qualche mese fa. Il mercato è sempre più veloce nel soddisfare la nuova e accresciuta sensibilità ambientale dei consumatori italiani, al punto da rendere queste tariffe sempre più competitive anche sul prezzo. Il trend proseguirà verosimilmente nella stessa direzione, dunque appare lecito chiedersi: se a febbraio il 12% degli utenti avrebbe speso fino a 15 centesimi in più al giorno per una fornitura ecologica, perché rinunciare a questa scelta ora che ne basterebbero ancora meno?”

A cura di Valeria Cannizzaro