Inflazione e crisi climatica spingono gli italiani verso comportamenti più sostenibili

A svelarlo è la tredicesima edizione dell’EY Future Consumer Index.

Nove italiani su dieci sono preoccupati dalle proprie condizioni economiche. Il 75 per cento è preoccupato soprattutto dall’aumento dei prezzi dell’energia e dell’acqua. All’inflazione si aggiunge la crisi climatica, spingendo i cittadini all’adozione di comportamenti più sostenibili, capaci allo stesso tempo di portare a un risparmio economico.

EY Future Consumer Index
L’analisi di EY

È la fotografia scattata dalla tredicesima edizione dell’EY Future Consumer Index, che ha sondato le opinioni di oltre 22mila persone in tutto il mondo, di cui 500 in Italia. I risultati sono stati presentati oggi, 29 gennaio.

Si acquistano meno alimenti, riducendo lo spreco alimentare

“Le crescenti tensioni geopolitiche, l’inflazione e le perturbazioni economiche stanno spingendo i consumatori a rivedere le loro priorità di consumo, prestando maggiore attenzione ai prezzi e focalizzandosi sui beni primari: oltre il 50 per cento degli italiani dichiara che taglierà gli acquisti di prodotti non essenziali”, ha commentato Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY in Italia.

Stefano Vittucci di EY
Stefano Vittucci, Consumer Products and Retail Sector leader di EY in Italia

“Questo sta indirettamente portando a comportamenti più sostenibili, come la riduzione dello spreco alimentare (94 per cento), la riparazione degli oggetti anziché la loro sostituzione (75 per cento), una maggiore attenzione al riciclo (56 per cento) e al risparmio di acqua (41 per cento). In questo contesto, le aziende si trovano a dover rispondere a una richiesta di prodotti più convenienti e focalizzati su qualità e sostenibilità”.

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Si acquistano anche meno capi d’abbigliamento: i dati dell’EY Future Consumer Index

I consumatori, quindi, hanno ridotto l’acquisto di oggetti fisici principalmente per risparmiare (75 per cento), ma anche per aiutare l’ambiente (43 per cento). Tra le categorie in cui si prevede di spendere meno, ci sono:

  • accessori moda (66 per cento);
  • abbigliamento e calzature (53 per cento);
  • giocattoli e gadget (49 per cento);
  • elettronica di consumo (48 per cento);
  • bellezza e cosmesi (47 per cento);
  • mobili per la casa (43 per cento);
  • automobili (40 per cento).

Resta fondamentale il sostegno da parte delle istituzioni

Il 46 per cento dei consumatori, prima di passare a un nuovo prodotto, fa più attenzione alle scelte sostenibili del produttore (come ingredienti migliori e imballaggi ridotti). Nel 62 per cento dei casi, tuttavia, i prezzi elevati dei prodotti sostenibili rappresentano ancora un deterrente per l’acquisto.

Inoltre, il 39 per cento degli intervistati predilige gli acquisti online, sicuramente più impattanti rispetto a quelli effettuati nei negozi di prossimità. È per questo che, oltre alle aziende, devono entrare in gioco anche i governi con delle politiche adeguate: un’opinione condivisa dal 75 per cento dei rispondenti.


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