Eliminare fame e malnutrizione è un’altra delle sfide da combattere, e oggi vincere, grazie alla crescente consapevolezza su sprechi e sostenibilità.
Secondo un’indagine Coldiretti, diffusa nel 2020, in occasione della prima Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari, il 54% degli italiani nello stesso anno ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari grazie a: consumo degli avanzi, maggiore attenzione alla data di scadenza, spesa km0, riduzione delle quantità acquistate, dono in beneficienza dei prodotti alimentari non consumati. Tuttavia, lo spreco alimentare degli italiani è alto: ammonta a circa 36 kg all’anno pro-capite e aumenta durante l’estate.Ogni famiglia getta ogni settimana 4,91 euro per un totale di 6,5 miliardi.
Il prossimo 29 settembre si celebrerà la seconda Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi alimentari e la perdita alimentare, iniziativa voluta dalla Fao nel 2020, per ripensare completamente le modalità con cui il cibo viene prodotto, distribuito e consumato. Il giorno successivo, il 30 settembre a Milano, partirà la Pre-COP26 (30 settembre – 2 ottobre).
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Roma Capitale si sta muovendo attivamente sul tema. Canale Energia intervista Katia Ziantoni, assessore ai rifiuti e al risanamento di Roma Capitale.
Roma Capitale è anche il più grande Comune agricolo d’Europa: ha 64mila ettari di superficie dedicati al settore primario. Il contrasto allo spreco alimentare si inserisce all’interno della “Roma Food Policy”, adottata con la deliberazione dell’Assemblea capitolina n. 38 del 27 aprile 2021. Quali sono le azioni che il Comune ha messo in campo per agire in modo fattivo contro lo spreco alimentare?
Contrastare lo spreco alimentare è considerato non solo un obiettivo a livello mondiale, sancito dal documento delle Nazioni Unite Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, ma anche una priorità della strategia europea per l’economia circolare. La recente Legge n.166/ 2016, nota come Legge Gadda, è nata proprio per incentivare la redistribuzione delle eccedenze alimentari e dei beni inutilizzati, a fini di solidarietà sociale, destinandoli alle categorie bisognose. L’applicazione a tale disposto normativo, attraverso un sistema incentivante legato alla tassa sui rifiuti urbani, la Ta.Ri. Roma Capitale, dà concreta attuazione alle politiche di contrasto dello spreco alimentare.
Come funziona esattamente il vostro progetto sul tema, partito lo scorso 27 luglio,?
Operatori privati del sistema alimentare presentano a Roma Capitale progetti di ridistribuzione a titolo gratuito delle eccedenze. I progetti prendono avvio tramite una dichiarazione iniziale (DI), contenente la stima delle quantità di cibo donabile e l’indicazione degli attori sociali (Onlus/ETS) coinvolti, con un’autocertificazione attestante tale qualifica. Tale DI deve essere presentata tramite Pec a Roma Capitale entro il 31 dicembre 2021 ed è efficace dal 1° gennaio dello stesso anno.
Lo sconto è applicato a conguaglio nell’anno successivo sulla base di una rendicontazione finale (RF), da inviare entro il 31 gennaio del 2022, contenente la quantità totale di cibo donato e l’attestazione degli attori sociali Onlus che conferma la quantità di cibo ricevuto. Il coefficiente di riduzione da applicare alla parte variabile della tariffa è del 25% per il primo anno di applicazione. Tale percentuale potrebbe essere incrementata fino al 50% nei prossimi anni.
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A quali soggetti si rivolge?
Possono aderire operatori privati del sistema alimentare (attività commerciali, industriali e professionali), quali ad esempio panetterie, gastronomie, supermercati, mercati, bar, ristoranti, mense, come donatori, e tutte le realtà del Terzo Settore che si occupano degli indigenti per concretizzare la redistribuzione. La riduzione della tassazione sulla produzione dei rifiuti urbani è un valido strumento di incentivazione.
Il Comune ha una stima delle eccedenze alimentari prodotte su Roma e degli ambiti in cui si spreca più cibo?
I dati relativi alla realtà di Roma sono in corso di elaborazione. I dati a disposizione ci dicono che in Italia vengono prodotte in un anno circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari, che rappresentano il 16,8% dei consumi annui alimentari (pari a circa 33 milioni di tonnellate se si sommano ristorazione e consumo domestico).
Il progetto prevede attività di comunicazione al cittadino per far acquisire maggiore consapevolezza e puntare a renderlo un consumatore più consapevole e attento?
Le attività di comunicazione prevedono ampia informazione reperibile sui social media istituzionali di Roma Capitale e alla pagina dedicata, dove è possibile scaricare il modello di dichiarazione iniziale da compilare per aderire al progetto e ogni altra informazione utile. È anche a disposizione un video informativo appositamente realizzato.
La pandemia da Covid-19 ha provocato un aumento della povertà, in generale, e della povertà energetica in particolare. Con questo progetto sarà possibile ridurre oltre agli sprechi anche le spese dei consumatori e aiutare quelli socialmente vulnerabili?
Il progetto è elaborato per sostenere la parte più vulnerabile della città. Il contrasto allo spreco alimentare proseguirà con altre iniziative che saranno indirizzate più specificamente ai cittadini.
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