I costi abitativi rappresentano un quarto della spesa annuale delle famiglie europee

In base ai dati Eurostat, i costi più elevati per le famiglie nel 2021 sono dipesi da gas ed elettricità.

  • Le spese abitative, l’acqua, il gas e l’elettricità pesano per il 25 per cento sui portafogli degli europei.
  • A rivelarlo è uno studio Eurostat relativo al 2021.

Eurostat, costi abitativi, famiglie europee

Nel 2021, i costi abitativi, l’acqua, l’elettricità, il gas e altri combustibili hanno rappresentato il 25 per cento della spesa delle famiglie dell’Unione europea. Una percentuale calata di 0,5 punti percentuali (pp) rispetto al 2020. Anche le spese per gli alimenti e le bevande analcoliche sono calate allo stesso modo, scendendo al 14,3 per cento, mentre la spesa per gli alcolici è diminuita di 0,2 pp. Lo rivela Eurostat in un’analisi pubblicata il 4 gennaio.

La ripresa delle attività economiche ha influito sui consumi

A livello generale, però, la spesa totale per i consumi è cresciuta del 4,2 per cento, soprattutto a causa della ripresa delle attività economiche e ricreative dopo la pandemia. Sono aumentate le uscite relative a trasporti (dall’11,6 al 12,1%), hotel e ristoranti (6 – 6,6%), attività culturali (7,8 – 8%), abiti (4,1 – 4,2%) e sanità (4,6 – 4,7%). Gli esborsi per i mobili e l’istruzione invece sono rimasti stabili, rispettivamente al 6 e allo 0,9 per cento.

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La tendenza è simile in tutti gli Stati membri

Tutti gli Stati membri dell’UE hanno visto crescere i consumi delle famiglie nel 2021 rispetto al 2020. Gli aumenti più elevati sono stati registrati in Croazia (+21,2%), seguita da Cipro (+12,9%), Grecia (+10,8%), Malta (+10,3%) e Slovenia (+10,2%). Gli incrementi più contenuti sono stati invece osservati in Germania (+0,1%), Austria (+0,5%) e Slovacchia (+1,3%).

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Per quanto riguarda la spesa per acqua, gas ed elettricità, gli aumenti più significativi sono stati riscontrati in Slovacchia (31,3%), Finlandia (29,8%), Danimarca e Irlanda (entrambe 28,7%), mentre i livelli più bassi sono stati osservati a Malta (15,2%), in Lituania (15,8%) e in Croazia (16,2%).


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