Il DL Energia, approvato dal governo il 27 novembre, non ha posticipato la fine del mercato tutelato. Il passaggio al mercato libero per il gas avverrà, come previsto, a gennaio. “Un passaggio all’insegna della confusione e della disinformazione” che, nonostante le rassicurazioni del Ministro Pichetto Fratin, “sta creando dubbi e preoccupazioni nei cittadini”, secondo Federconsumatori.
Le analisi dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori
Il mercato libero con offerte a prezzo fisso, al momento, non è più conveniente di quello tutelato. Anzi, risulta mediamente più caro del 49 per cento, con un picco del 128 per cento. Non va meglio nel caso delle offerte a prezzo variabile che, mediamente, costano l’11 per cento in più rispetto al mercato tutelato.
A rivelarlo è l’ONF (Osservatorio Nazionale Federconsumatori) che, facendo riferimento al mese di novembre, ha analizzato le offerte di otto aziende fornitrici che operano a livello nazionale, confrontando i costi complessivi annui per un consumo medio di 1.400 metri cubi di gas. Guardando unicamente al mercato libero, si evince come siano solo tre i casi in cui le offerte a prezzo fisso risultano meno care (con un margine di convenienza, tuttavia, estremamente ridotto).
Bolletta gas, calano le spese per la famiglia tipo in tutela
“In questo scenario, abbandonare il mercato tutelato (che sarà riservato solo ai clienti vulnerabili) significa lasciare i cittadini in pasto ai gestori che saranno liberi di gestire prezzi e condizioni contrattuali”, avverte Federconsumatori con la richiesta di incontrare il Ministro. “Tutto questo appare insensato, a maggior ragione dal momento che, proprio ieri, l’ARERA ha aggiornato i dati relativi ai prezzi sul mercato tutelato del gas, segnando un calo dell’1,3 per cento (da ottobre a novembre, n.d.r.)”.
Come riporta l’ARERA, la spesa gas per la famiglia tipo nell’anno scorrevole (dicembre 2022 – novembre 2023) è circa di 1.431 euro, al lordo delle imposte, e risulta in calo del 17,7 per cento rispetto ai dodici mesi equivalenti dell’anno precedente (dicembre 2021 – novembre 2022). Resta confermato per tutto il 2023 l’azzeramento degli oneri generali e la riduzione IVA al 5 per cento, come anche per la gestione calore e teleriscaldamento.
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