Il politecnico di Losanna ha realizzato il primo nanogeneratore triboelettrico domestico per produrre energia pulita
L’energia pulita è uno degli obiettivi più ricercati da Stati, aziende, amministrazioni locali, associazioni e privati: un tipo di energia green che permette di essere efficienti senza recare danno all’ambiente. Recentemente, la sezione NEWS del comparatore energetico SuperMoney, ha raccontato di StorEdge, il nuovo sistema di autoconsumo che consente di monitorare, accumulare e ottimizzare l’uso di energia solare domestica. A dimostrazione che nel settore privato ci si aggiorna di continuo per ottimizzare le pratiche tecnologiche che consentono la produzione di energia pulita.
A conferma di questa affermazione oggi raccontiamo del progetto del Politecnico di Losanna che ha realizzato il primo nanogeneratore tribolettrico domestico con degli elementi comuni: un cartone, un nastro e una matita.
Il progetto del Politecnico di Losanna per l’energia pulita domestica
Un team di ricercatori del Politecnico di Losanna (EPFL), in collaborazione con gli scienziati dell’Università di Tokyo ha creato il primo nanogenaratore triboelettrico: un dispositivo di 8 cm quadri che permette di sfruttare il trasferimento di cariche elettriche che si verifica quando materiali diversi, tra cui un isolante, vengono strofinati tra di loro producendo l’effetto triboelettrico, generando 3 volte di energia pulita.
Come funziona il nanogeneratore di energia pulita?
Come abbiamo anticipato, gli strumenti utilizzati dai ricercatori svizzeri sono stati un cartone, un nastro (di teflon) e una matita. In che modo questi oggetti vengono combinati per generare energia pulita?
Il principio alla base di questo sistema è l’elettricità statica: quando due isolanti come carta e teflon entrano in contatto, guadagnano o perdono elettroni, mentre il carbonio presente nella matita funge da conduttore elettrico.
Con queste premesse, il team svizzero-giapponese ha realizzato il generatore composto da due strati di carbonio esterno a rivestimento di due fogli di carta e il teflon centrale, non a contatto.
Premendo verso il basso con il dito sullo strato superiore gli isolanti si toccano creando un differenziale di carica, positiva per la carta, negativa per il teflon; una volta allentata la pressione gli strati si separano e la carica passa alle pellicole in carbonio che fanno da elettrodi. La corrente generata non si disperde, ma viene assorbita da un condensatore posto sul circuito.
Le dichiarazioni del team in seguito allo sviluppo del nanogeneratore
“Quello che abbiamo sviluppato in questo progetto europeo è il primo nanogeneratore triboelettrico che utilizza materiali naturali, di tutti i giorni ed ecocompatibili”, ha dichiarato il team, tramite il Ricercatore Jürgen Brugger.
I risultati ottenuti, oltre a essere replicabili nella vita quotidiana, sostituendo le tradizionali pile AA, potrebbero avere applicazioni in campo medico per scopi legati alla diagnosi.
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