Donne più colpite dalla povertà energetica: dossier della Camera

L’11,2% delle famiglie in cui le donne sono le principali percettrici di reddito hanno difficoltà a riscaldare adeguatamente la propria casa

La povertà energetica ha un impatto maggiore sulle donne italiane contribuendo in misura significativa ad aggravare la disparità di genere, tema già toccato più volte da questa testata.

È quanto emerge dal dossier pubblicato dalla Camera dei deputati dedicato a Povertà energetica e impatto di genere pubblicato l’1 agosto scorso. La pubblicazione, a cura del Servizio Studi del Dipartimento Attività produttive, fornisce un valido approfondimento con l’obiettivo di valutare l’impatto, in funzione del genere, della crisi energetica e quindi i fattori che concorrono alla povertà energetica, aprendo spunti di riflessioni nella formulazione di policies e buone pratiche.

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Rimandando all’indagine condotta dall’Istat, l’11,2% delle famiglie in cui le donne sono le principali percettrici di reddito hanno difficoltà a riscaldare adeguatamente la propria abitazione; un dato superiore rispetto a quello maschile di più di due punti percentuali.

Si rileva inoltre che i nuclei in cui la donna è la principale percettrice di reddito risultano essere leggermente più esposti al rischio di essere in arretrato con il pagamento delle bollette (5,2% delle famiglie in cui la donna è la principale percettrice di reddito, contro il 4,5% delle famiglie in cui è l’uomo il principale percettore).

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Donne e povertà energetica: l’Italia e la mappa europea

Confrontando la realtà italiana rispetto alla mappa europea, Eurostat mette in luce che le differenze più rilevanti riguardano la fascia di età dei giovani (25-34 anni), dove gli uomini sono più a rischio di non essere in grado a riscaldare adeguatamente la propria abitazione rispetto alle donne. Il dato risulta piuttosto stabile nelle fasce di età centrali (35-54 anni), per poi invertirsi nella fase più avanzata della vita. Oltre i 55 anni sono le donne ad incontrare maggiori difficoltà rispetto agli uomini, con una differenza che nella fascia di età tra i 55 e i 64 anni supera i 2 punti percentuali (7,9% contro il 10,3%).
Sul totale della popolazione, il dato risulta invece essere quasi identico tra i due generi, con un leggero svantaggio per le donne pari ad una differenza di 0,2 punti percentuali.

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Fig. 1. Fonte: Eurostat.

Osservando la mappa dei dati a livello europeo, il dato italiano risulta inferiore rispetto a quello della media europea (8,9% contro il 10%).

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Fig. 2. Fonte: Eurostat.

Si rileva inoltre che la differenza di genere relativa alla popolazione non in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione è, in Italia, tra le più basse d’Europa, pari a 0,2 punti percentuali (8,7% per i maschi e 8,9% per le femmine), rispetto ad una media europea di 0,9 punti percentuali (9,1% contro il 10%).

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Fig. 3. Fonte: Eurostat.

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I dati dell’Osservatorio italiano sulla povertà energetica

Oltre ai dati finora esposti, nel dossier si riportano anche quelli prodotti dall’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (Oipe) che utilizza un diverso indicatore per misurare la povertà energetica, il cosiddetto Modified Low Income High Costs (M-LIHC). Tale misura è stata impiegata nella Strategia Energetica Nazionale.

L’Oipe pubblica ogni anno un aggiornamento di tale indicatore, in corrispondenza del rilascio dei microdati dell’indagine condotta da Istat. L’ultimo disponibile è oggetto del Rapporto annuale 2023 che raccoglie le stime prodotte nel corso del 2022.

Secondo l’indicatore M-LIHC una famiglia è considerata in povertà energetica se:

  • la sua spesa energetica equivalente è superiore al doppio della spesa media e, simultaneamente, la sua spesa totale, al netto della spesa energetica, è inferiore alla soglia della povertà relativa, come identificata dall’Istat;
  • in alternativa, ha una spesa totale equivalente inferiore alla mediana e spesa per riscaldamento nulla.
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Fig. 4. Fonte: Elaborazione Oipe su dati Istat.

Si può notare come la povertà energetica, calcolata secondo tale indicatore, risulti maggiore nella popolazione al di sotto dei 44 anni rispetto al dato esposto in Fig. 1, con indice di povertà energetica per il genere femminile superiore di quasi 1 punto percentuale (8,9% il tasso di povertà energetica registrato nella Fig. 1, rispetto al 9,8% rilevato da Oipe in Fig. 4).

L’indice di povertà energetica è superiore per le donne in tutte le classi di età, a differenza del riferimento rilevato nella Fig. 1. Risulta tuttavia inferiore a livello percentuale, considerando in povertà energetica il 7,3% del totale degli uomini e l’8,3% del totale delle donne (contro, rispettivamente, l’8,7% e l’8,9% del dato esposto in Fig. 1).

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Fig. 5. Fonte: Elaborazione Oipe su dati Istat

Infine, la Fig. 5 illustra la scomposizione per genere e classi di ampiezza familiare. Anche in questo caso il genere femminile risulta essere più esposto a una condizione di povertà, con un’incidenza maggiore all’aumentare del numero di componenti del nucleo familiare: da 1 punto percentuale di differenza rispetto al genere maschile (6,5% contro il 7,5%) nel caso di famiglie mononucleari, a circa due punti percentuali di differenza (8,4% contro il 10,3%) nelle famiglie con 3 o più componenti.

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.