Rendere i consumatori i vettori della transizione verde e digitale. È con questo obiettivo che la Commissione europea ha presentato la nuova agenda dei consumatori. Si tratta di un documento che illustra le priorità e i punti di azione cruciali su cui lavorare nei prossimi 5 anni insieme agli stati membri a livello europeo e nazionale per promuovere modelli di consumo in linea con gli obiettivi in ambito green e digital fissati dall’UE.
Agenda dei consumatori, le 5 priorità
Cinque in particolare le priorità di intervento individuate dall’agenda nel periodo 2020-2025:
- applicazione efficace dei diritti dei consumatori;
- cooperazione internazionale;
- esigenze specifiche di determinati gruppi di consumatori vulnerabili;
- trasformazione digitale;
- transizione verde.
Transizione verde, promuovere scelte di consumo consapevoli
Per quanto riguarda in particolare il tema della transizione verde, la Commissione, si legge in una nota, “intende garantire che i consumatori abbiano a disposizione sul mercato dell’Ue prodotti sostenibili e dispongano di informazioni migliori per poter operare una scelta consapevole”.
Combattere il “green washing”
L’anno prossimo verrà presentata una proposta intesa a fornire ai consumatori migliori informazioni sulla sostenibilità dei prodotti e a combattere pratiche quali il “green washing” o l’obsolescenza precoce. “La Commissione promuoverà inoltre la riparazione e favorirà prodotti più sostenibili e “circolari”. La transizione verde non può avvenire senza le imprese: la Commissione è determinata a collaborare con gli operatori economici per incoraggiarli ad assumere impegni a favore di un consumo sostenibile, al di là di quanto richiesto dalla legge”.
Attività UE e comunicazione delle performance: il giudizio della Corte dei conti
Lasciando da parte il focus sui consumatori, ma rimanendo in tema di qualità dell’informazione e rendicontazione di risultati, la Corte dei conti europea ha sottolineato in una sua relazione come, “la rendicontazione della Commissione relativa all’esecuzione dei programmi di spesa dell’UE mostra risultati disomogenei”. E come “la qualità delle informazioni dovrebbe essere ulteriormente migliorata”.
Relazione Ampr: immagine eccessivamente positiva rispetto a dichiarazioni programmatiche
“Negli ultimi anni – si legge nella nota della Corte dei conti UE – la rendicontazione sulla performance prodotta dalla Commissione si è evoluta. Passando da una raccolta di relazioni distinte a un pacchetto più coerente. Essa comprende ora sezioni sulla valutazione della performance di ciascun programma di spesa. Il che costituisce un progresso significativo. Tuttavia, la Corte ritiene che le valutazioni della Commissione esposte nella relazione ad alto livello più sintetica, cioè la relazione annuale sulla gestione e il rendimento (Ampr), tendano a presentare un’immagine eccessivamente positiva rispetto a quella fornita dalle più dettagliate dichiarazioni programmatiche.
Informazioni fornite sono limitate
“Inoltre – prosegue la nota – la Corte afferma che non è ancora possibile valutare appieno la performance di determinati programmi. Principalmente a causa delle limitate informazioni fornite. La Corte ha comunque valutato, sulla base degli indicatori presentati per il 2019 nonché di recenti analisi della Commissione e degli audit da essa stessa eseguiti, se i programmi attuati in tutti i principali settori del bilancio dell’UE fossero sulla “buona strada” nel conseguire i propri obiettivi”.
La valutazione sull’ambito risorse naturali
Per quanto riguarda l’ambito delle risorse naturali, a giudizio della Corte, “la rendicontazione della Commissione 2019 sulla performance della Pac presenta una narrativa eccessivamente positiva. E non si concentra sui risultati. Una debolezza fondamentale riguarda il fatto che gli indicatori di performance per il periodo 2014‑2020 non sono stati definiti tenendo conto della logica di intervento dettagliata in base alla quale viene concesso il sostegno finanziario della Pac. Ad esempio, i pagamenti diretti agli agricoltori hanno ridotto le fluttuazioni dei redditi degli agricoltori. Ma non mirano ad assicurare un tenore di vita equo agli agricoltori. Inoltre, è emerso che le misure della Pac hanno un basso impatto nel contrastare i cambiamenti climatici”.
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