Tutti possiamo svolgere un ruolo centrale nel cambiamento climatico anche come semplici cittadini, effettuando delle scelte tecnologiche innovative. Ad esempio installando dei pannelli fotovoltaici e realizzando una comunità energetica, scegliendo elettrodomestici più efficienti, magari utilizzando un’auto elettrica alimentata da proprio impianto rinnovabile. Tutte opportunità che sono sempre più a portata di mano ma che implicano l’evoluzione del consumatore da consumer a prosumer. Ne parliamo con il senatore Gianni Pietro Girotto, presidente della commissione Industria al Senato e promotore dell’emendamento sulle comunità energetiche.
In un momento in cui la transizione energetica è sempre più al centro di scelte politiche strategiche a più livelli, pensa che il ruolo delle comunità energetiche andrà crescendo?
Non vedo motivi per cui non dovrebbe succedere. Nel senso che i vantaggi della comunità energetica sono oggettivi. C’è anche il finanziamento che è uno di questi vantaggi. Noi ci stiamo impegnando affinché le comunità energetiche crescano. Il 12 marzo sarò all’inaugurazione della prima comunità energetica entrata in funzione. Ci sono tante iniziative già arrivate al traguardo e molte di più ne stanno andando avanti. È una fase che considero un po’ come il passaggio della mobilità a scoppio con quella elettrica. Hanno dei vantaggi oggettivi per cui a mano a mano che la popolazione ne prenderà coscienza dovranno nascerne sempre di più.
Cosa si aspetta rispetto gli sgravi fiscali una volta avvenuto il recepimento complessivo, crede che andranno ad aumentare?
Arera dovrebbe riconoscere maggiori sgravi, soprattutto per quanto riguarda il dispacciamento. L’Rse ha avuto incarico formale per verificare quanto le comunità aiutino a diminuire i fabbisogni del dispacciamento. In questo modo si dovrebbe andare a escludere una parte di questi oneri.
Secondo lei cosa si potrebbe fare per coinvolgere sempre di più “i tetti” di condomini e industrie nel realizzare comunità energetiche? Non so magari proprio con un’azione più netta sugli oneri di dispacciamento?
Abbiamo fatto già molto con il superbonus (110% efficienza energetica ndr.) che prevede tra le azioni sovvenzionate la realizzazione delle comunità energetiche con fotovoltaico sui tetti. Rispetto le industrie, attualmente possono usufruire del classico 50% di detrazione. È chiaro che qualsiasi aiuto in termini finanziari aumenterebbe l’appetibilità della comunità energetica. Quindi cercheremo di implementare ulteriori aiuti, ma da tempo gli stakeholder ci ricordano che il nodo principale è nelle autorizzazioni. Alle aziende servono tempistiche autorizzative snelle e maggiore certezza di risultato.
I comuni e le utility potrebbero svolgere un ruolo importante per la diffusione di questo strumento in quartieri disagiati o complessi di case popolari in aiuto della cittadinanza, secondo lei si potrebbe fare qualcosa di più per motivare tali azioni?
Come M5s stiamo spingendo per presentare una mozione in ogni comune. I comuni hanno a diposizione tre fondi, di cui uno a fondo perduto che è l’emendamento Fraccaro da 500 milioni, e due a tasso agevolato per interventi di efficientamento energetico. Il comune quindi può fare formazione e informazione, può essere socio di una comunità energetica alla pari con altri, ma soprattutto può agire da solo costruendo l’impianto a sue spese e farne usufruire chi si trova in difficoltà fornendogli energia a un costo più basso. Questa sarebbe una grandissima azione di riequilibrio sociale e di aiuto per chi è in difficoltà.
L’aumento di comunità energetiche lungo il territorio potrebbe rappresentare un aiuto anche alla diffusione più massiccia di auto elettriche e di infrastrutture di ricarica. Lei vede una ulteriore spinta nell’evoluzione della infrastruttura di ricarica del Paese?
Tutto ciò che aumenta la produzione da Fer indirettamente aiuta anche il discorso delle auto elettriche favorendo una ricarica green. Anche qui può fare molto il superbonus. Abbiamo aumentato molto i massimali della wall box (centralina di ricarica domestica per le auto elettriche ndr.). Prima erano 3mila euro per condominio, ora il contributo è di 1.500 euro per appartamento. Inoltre abbiamo raddoppiato gratuitamente la potenza del contatore notturno a 6KW. Questa possibilità prenderà il via dal primo luglio ma è già completamente approvata. Per attivarla è necessario fare domanda allegando il certificato di installazione della wall box. Un’agevolazione che supporta la ricarica domestica. In questo scenario la comunità energetica può contribuire all’abbattimento dei costi energetici e quindi anche alla diffusione della auto elettrica.
Ad oggi pensa che sia stato comunque giusto partire con questa sorta di “doppia attivazione” della legge sulle comunità energetiche o sarebbe stato meglio aspettare Bruxelles e partire dopo direttamente a pieno regime invece che con il limite dei 200KW iniziali?
Non l’avrei fatto se non fossi più che convinto. In termini industriali e sociali recuperare un anno e mezzo di tempo è tantissimo. Siamo stati sfortunati con la pandemia che ha rallentato tutto, anche questo. È più difficile far conoscere qualcosa di nuovo. Serve fare uno scatto culturale per passare da consumer a prosumer, però un anno mezzo guardando è tantissimo, infatti tante comunità sono già sorte e altre si stanno attivando.
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