Università Ca’ Foscari di Venezia brevetto cosmetici green
foto Pixabay

L’Università Ca’ Foscari di Venezia ha firmato un accordo con la startup inglese Mérani, in seguito al quale quest’ultima ha acquisito un brevetto dell’Università italiana relativo al settore della cosmesi green.

L’accordo è stato presentato in data odierna nell’ambito di una conferenza stampa che ha affrontato il tema del rapporto tra ricerca sostenibile e la sua valorizzazione nell’industria cosmetica, dal titolo “Sustainability in cosmetics. Bridging research, patents and market”, organizzato dall’Ufficio per il trasferimento di conoscenza di Ca’ Foscari, PInK – Promozione dell’innovazione e del know-how.

A sottolineare il nesso tra ricerca e territorio e a firmare l’accordo la rettrice dell’Università Ca’ Foscari, la prof.ssa Tiziana Lippiello, insieme al prof. Vladi Finotto, delegato al trasferimento di conoscenza di Ca’ Foscari; il direttore esecutivo di Mérani, Lei Li; la prof.ssa Federica Menegazzo e la prof.ssa Carla Villa, docente di prodotti cosmetici presso l’Università di Genova, specializzata in chimica e tecnologie per la cosmetica e membro del direttivo di Sicc – Società italiana di chimica e scienze cosmetologiche.

Il brevetto

L’innovativo brevetto per la produzione di cosmetici green su cui la startup inglese Morani per la skincare del gruppo Sabr Partners, focalizzato in soluzioni per l’industria del lusso dall’impronta sostenibile, ha deciso di investire, è il risultato della ricerca del gruppo cafoscariano CatMat che sviluppa materiali e processi sostenibili per l’industria chimica.

L’invenzione consiste nell’innovativo processo di produzione di una base cosmetica, che contiene delle componenti naturali o il prodotto di scarti, che possono essere fondi di caffè o bucce della frutta, le quali sotto controllo rilasciano degli ingredienti attivi che penetrano in modo ottimale nella pelle così da ottenere la massima efficacia.

Il protocollo che è stato brevettato permette di produrre una matrice nanostrutturata, la quale è alla base del sistema di rilascio degli ingredienti, che possono derivare da scarti agroalimentari e si compone di due parti: una organica e una inorganica.
La differenza, rispetto alle tecnologie di drug delivery oggi sul mercato, consiste nel fatto che il brevetto permette in pochi passaggi di ottenere una base o un formulato finito. Infine, il processo produttivo permette di ottenere un prodotto che riduce al minimo il numero degli ingredienti e delle materie prime utilizzate e, vengono eliminati alcuni ingredienti come i tensioattivi, generalmente onnipresenti.
A seguire tutto il percorso di evoluzione del brevetto, è stato il servizio di trasferimento tecnologico dell’ateneo.

Il processo produttivo

Il processo produttivo sviluppato nei laboratori è il risultato di tecnologia e sostenibilità e consente di produrre matrici nanostrutturate che rilasciano gradualmente i principi attivi, così che l’efficacia venga massimizzata. Sono impiegati materie prime ed ingredienti naturali, che provengono da scarti agroalimentari, in seguito ad un approccio circolare.

“La sostenibilità non è solo una preoccupaione dei nostri clienti, ma più in generale dei consumatori, afferma Vivian Chang, co-fondatrice di Mérani. La collaborazione di Mérani con l’Università è la nostra risposta, supportata dalla ricerca più innovativa. Il settore privato non è sufficiente per affrontare questa sfida e siamo entusiasti che un importante centro di ricerca ci affianchi per completare la nostra capacità di fare ricerca tutelata da brevetto, per la realizzazione della nostra visione”.

Il gruppo di ricerca CatMat lavora da due anni presso il Campus scientifico e sviluppa tecniche volte a massimizzare l’efficacia delle molecole attive da impiegare in diversi settori, compreso quello farmaceutico e cosmetico, all’interno di processi chimici sostenibili.

La tecnologia oggetto del brevetto

È stato possibile sviluppare la tecnologia che sottende il brevetto per formulati cosmetici sostenibili e hi-tech, grazie alla fondazione di uno spin-off, denominato VeNice, da parte della professoressa di chimica industriale Michela Signoretto, coordinatrice del gruppo di ricerca CAtMat al Dipartimento di scienze molecolari e nanosistemi di Ca’ Foscari, dalla professoressa di chimica industriale Federica Menegazzo e dalla scienziata dei materiali Elena Ghedini.

“Da molti anni rivolgo la mia ricerca allo sviluppo di specialità chimiche” spiega la professoressa Michela Signoretto. “Dal 2001 tengo un corso sulle Formulazioni per spiegare ai ragazzi come preparare tutti quei prodotti che giornalmente impieghiamo, senza però conoscerne le caratteristiche e le proprietà. In questo ambito è nato il brevetto, frutto di anni di ricerca condotta inizialmente in ambito farmaceutico e poi traslata all’ambito cosmetico. Il brevetto infatti permette di modulare il rilascio delle sostanze attive, una tecnologia definita drug delivery comunemente impiegata in campo farmaceutico, che però solo ultimamente ha trovato impiego anche nella cosmesi. Possiamo applicarla in molti prodotti, ad esempio quelli per ridurre l’accumulo di grasso (trattamenti anticellulite)”.


Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Un team di professionisti curioso e attento alle mutazioni economiche e sociali portate dalla sfida climatica.