- Con il caro energia, gli incassi derivanti dai contributi dovrebbero crescere del 33 per cento per l’Arera.
- L’associazione Consumerismo no profit propone di destinarli ad attività di supporto alle persone vulnerabili o alle aziende in difficoltà.
Ogni anno, in base alla legge del 14 novembre 1995, n. 481, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) riceve dalle società energetiche operanti in Italia un contributo, proporzionale al fatturato delle stesse aziende, che serve a finanziare il suo funzionamento.
Lo ricorda l’associazione Consumerismo no profit, nata per dar voce ai consumatori e tutelarne i diritti. Non a caso, il presidente chiede che i guadagni extra siano impiegati per sostenere i cittadini e le imprese in questo difficile momento storico, con i prezzi di gas ed elettricità alle stelle e la povertà energetica in aumento.
Milioni di euro che potrebbero ridurre la povertà energetica
Analizzando la deliberazione del 27 settembre 2022 460/2022/A, si prevede che quest’anno gli incassi per l’Arera cresceranno del 33 per cento. “Prendendo in esame i soli ricavi di ENEL, riferibili alla vendita di energia elettrica (escludendo, produzione, trasporto, ecc.), che nel 2021 crescono del +35,2 per cento su base annua, il contributo in favore di Arera aumenterà nel 2022 di 1,1 milioni di euro rispetto all’anno precedente”, spiega il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele.
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“Se analizziamo invece i ricavi di vendita di A2A, che nel 2021 aumentano del +108 per cento, il contributo verso l’Autorità per il 2022 cresce del 70 per cento, superando i due milioni di euro. Se pensiamo che gli operatori energetici operanti in Italia sono circa 700 nel settore elettrico e 600 nel settore gas, vuol dire che quest’anno l’Arera incasserà molti milioni di euro in più, che forse sarebbe il caso che vengano destinati ad attività di supporto alle persone vulnerabili o alle aziende in difficoltà”, conclude il presidente.
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