Con l’inizio della brutta stagione si torna a parlare con più frequenza dei consumi di energia, specie quelli che derivano dalla fornitura di gas per il riscaldamento e dall’elettricità. Per questo sempre più consumatori si affidano ai portali di comparazione online per trovare le offerte per il gas meno care e le tariffe di energia elettrica più vantaggiose. Tra le preoccupazioni per i costi sempre più alti delle bollette e nuove leggi sul risparmio energetico, emergono però dei dati positivi sulle nuove abitudini degli italiani nella gestione dell’energia, come per esempio l’istallazione di impianti fotovoltaici.
Secondo il rapporto annuale di Terna, gestore della rete di energia, i consumi degli italiani in questo settore sono in calo: rispetto ad ottobre 2012, si ha una flessione del 2,8% del consumo di energia. Il dato è indicativo, in quanto anche con gli opportuni correttivi basati sulla differenza delle temperature medie e sul diverso numero di giorni lavorativi, rimane sostanzialmente invariato.
Infatti a parità di giorni lavorativi, che l’anno scorso sono stati 23, e calcolando la diversa temperatura, il dato si attesta comunque a meno 2,7%. In termini quantitativi, si parla di 26,4 Terawattora consumati nell’arco del mese di ottobre 2013.
Nel dettaglio, la domanda di energia è diminuita del 3,2% nelle regioni del nord Italia e del 2,3% sia al centro che al sud. I consumi, invece, si distribuiscono con il 47% al nord, il 29% al centro e il 24% al sud. La flessione dei consumi, quindi, interessa soprattutto le regioni settentrionali del Paese, che però sono anche quelle con i consumi più alti.
Come si spiega questo fenomeno? È evidente che gli italiani sono diventati più attenti ai loro consumi e se da un parte cercano di evitare gli sprechi, dall’altra investono su forme di energia rinnovabili, come il fotovoltaico.
Proprio il fotovoltaico, secondo il rapporto di Terna, si qualifica come la fonte di energia pulita preferita dagli italiani. Dall’inizio del 2013, infatti, l’energia solare ha coperto ben l’7,6% del fabbisogno energetico del Paese, con un’importanza in crescita rispetto al 2012, quanto era arrivato a soddisfare solo il 5,7% del fabbisogno.
In generale, comunque, tutte le fonti rinnovabili di energia hanno registrato un significativo incremento nell’incidenza sulla produzione nazionale: il settore idroelettrico si attesta al 26,3% in più rispetto allo scorso anno, l’eolico al 20%, il fotovoltaico sale del 18,6% e il geotermico allo 0,7% in più.
Nei primi dieci mesi del 2013 la domanda di energia elettrica è risultata in flessione del 3,6% rispetto al corrispondente periodo del 2012: il settore perde quindi circa 500 Gigawattora rispetto all’anno scorso. Il settore idroelettrico, invece, guadagna 75 Gwh, il fotovoltaico 33 Gwh in più, mentre l’eolico presenta un calo di 170 Gwh, a causa di una stagione poco ventosa.
I dati confermano quindi una tendenza verso un uso più consapevole dell’energia. I consumatori si informano di più sulle fonti dalle quali deriva l’energia che consumano, sono più attenti agli sprechi e aumentano sempre di più gli impianti fotovoltaici individuali.
In totale, tra fonti “tradizionali” e fonti rinnovabili, la produzione di energia nazionale è riuscita a soddisfare l’83,1% del fabbisogno nazionale. Il resto viene importato dall’estero, per un totale di circa 4.550 Gwh importati, contro i soli 103 Gwh importati verso la Corsica.
Rimane quindi un forte divario tra importazioni ed esportazioni, ma grazie all’aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e il calo della domanda, questo gap è in diminuzione.
A cura di Jessica Marzella
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