I comuni di tutta Europa hanno rinnovato il proprio impegno per un’azione coordinata e ambiziosa volta a contrastare la povertà energetica e gli effetti dei cambiamenti climatici. I membri della Climate Alliance hanno sottoscritto, lo scorso 9 settembre durante l’assemblea generale, la Carta dell’Alleanza per il clima: Dichiarazione di Wels.
La strategia della Carta per ridurre il fenomeno della povertà energetica
Rimarcano l’urgenza di adottare una strategia equa per ridurre velocemente la quantità di emissioni climalteranti e vagliano soluzioni concrete per promuovere una trasformazione della società che sia davvero sostenibile. Per la prima volta, i rappresentanti delle amministrazioni locali hanno adottato una dichiarazione per garantire una transizione giusta che consenta di contrastare il fenomeno della povertà energetica.
Gli effetti della pandemia
Con lo scoppio della pandemia di Covid-19, il bisogno di rispondere al fenomeno (crescente, anche per via del Coronavirus) della povertà energetica è cresciuto. Anche sul piano politico il tema acquista maggiore centralità. Con il Green Deal la volontà di individuare una definizione di povertà energetica è sempre maggiore.
L’evento
Nel corso dell’evento a tema “Energy Poverty: why is it important and how can municipalities fight it?“, svoltosi a margine dell’Assemblea generale, sono stati presentati alcuni esempi virtuosi. Raccogliendo i risultati delle iniziative volte ad aiutare la popolazione locale a spendere meno, meglio e risparmiare risorse.
Il patto dei sindaci per la povertà energetica
Il “Covenant of mayors“, come illustrato da Miguel Morcillo, dal 2014 ha contribuito attivamente a promuovere il raggiungimento da parte delle realtà locali degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu. Dal 2017 cerca di dare una definizione di povertà energetica e di una transizione giusta. Collaborando con l’Osservatorio sulla povertà energetica. Recentemente, insieme alla Commissione europea, provano a individuare un set di indicatori per misurare il fenomeno a livello locale. La sintesi a fine ottobre dei commenti e delle proposte porterà alla pubblicazione degli indicatori. Morcillo promette che sarà completato tra novembre e dicembre prossimi.
La situazione in Europa settentrionale
Il Belgio è colpito dal fenomeno della povertà energetica. “Cinque persone su dieci hanno problemi a riscaldare, raffreddare e illuminare la propria casa – commenta Tine Heyes, co-presidente della Climate Alliance – Persone che vivono in condizioni di povertà energetica spesso riscaldano solo una stanza della casa”. Migliorare la qualità di vita delle persone, ha tenuto a precisare la Heyes, “non significa combattere i cambiamenti climatici”.
Germania
In Germania il progetto Stromspar, ha spiegato Marlene Potthoff, si occupa di trasmettere ai consumatori conoscenze e competenze sull’utilizzo corretto ed efficiente dei dispositivi energivori in casa. I risultati segnalano come ciascuno dei quasi 380mila proprietari coinvolti ha risparmiato 187 euro l’anno per una riduzione delle emissioni di CO2 complessive superiori a 525mila tonnellate.
A Francoforte si può usufruire di aiuti presenti su scala nazionale. “Prestiti e sovvenzioni, servizi gratuiti di consulenza, misure giuridiche”, ha spiegato Jonas Geissler. L’amministrazione locale, nello specifico, mette a disposizione “servizi per incrementare il risparmio energetico, prestiti per i sistemi di raffreddamento”.
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Austria
Vivere in una casa passiva pagando 5 euro al metro cubo è possibile? Sì, ed è una soluzione con la quale Harald Konrad Malzer ritiene si possa contrastare il fenomeno. Due gli esempi più interessanti presentati da Malzer, entrambi provenienti dall’Austria. Lo Schwaz, composto da 18 appartamenti, e il Baumkirchen, composto da 14.
Francia
Nella città metropolitana francese di Brest, Anne Marie Cabon ha parlato dell’annosa questione degli affittuari: “La maggior parte delle persone che versano in condizioni di povertà energetica sono in affitto. Ci siamo occupati di verificare il contratto per la fornitura di energia, spiegare la bolletta, dare qualche suggerimenti anche sugli incentivi disponibili”. Ogni casa visitata, ha spiegato, ha evitato all’atmosfera 118 kg di anidride carbonica e risparmiato 792 kWh l’anno.
Italia
In Italia c’è l’esempio di Ferrara, presentato da Chiara Franceschin, dove si punta all’efficientamento energetico degli edifici “considerato che gli immobili industriali e residenziali sono responsabili di oltre il 40% della CO2 complessiva”.
Spagna
Infine a Barcellona il progetto Suite-Scalin up innovation together for energy vulnerability, promosso insieme ad Aisfor, ha spiegato Rafael Ocana, si sta concentrando sul coinvolgimento proattivi dei poveri energetici e sull’elaborazione di strategie locali “per promuvoere l’innovazione sociale e la formazione di operatori che aiutino a ridurre la povertà energetica”.
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