La povertà energetica è un tema che cresce nelle agende europee. Una problematica che nasce nei paesi industrializzati e spesso ha cause diverse. Ne abbiamo parlato con Stefan Goemaere di Papillon, operatore sociale da sempre, che ha visto crescere il problema della povertà energetica in Europa per condividere con lui alcune strategie di contenimento e magari risoluzione del problema (nel video l’intervista integrale).
In Italia abbiamo visto che ci sono molte iniziative che spesso non sono collegate tra loro e che non mettono sempre in condizione le best practices e i dati in modo da crescere più velocemente, motivo per cui questa testata ha istituito l’Alleanza contro la povertà energetica. Un invito e un tentativo ad aumentare la condivisione di esperienze e buone pratiche per velocizzare azioni di contenimento del problema. In questo l’esperienza di operatori come Stefan è preziosa, considerato che Papillon è una realtà attiva da più di venti anni nel campo. “Siamo una organizzazione presente in più paesi europei. Lavoriamo su diversi livelli come una federazione e utilizziamo lo strumento di condivisione di esperienze tra di noi. Siamo anche operativi in partnership con altri soggetti e insieme cerchiamo di relazionarci con l’Unione europea, quindi riteniamo che la condivisione di esperienze sia molto utile”.
Con Stefan ci confronteremo presto in due tavole rotonde sulla povertà energetica nel corso di tavole rotonde virtuali organizzate da Enlit (13 e 14 ottobre nei link la possibilità di registrarsi gratuitamente alle due sessioni), l’evento che porta a dialogare utilities e tecnologie di tutta Europa. Un segnale di grande interesse per questo tema da parte di una manifestazione che coinvolge realtà industriali ma che segnala anche la crescita del fenomeno: “Anche un modo efficace per trovare risposte per quelle persone che non riescono a pagare le bollette. Il che rappresenta un disagio per le stesse aziende del comparto. quelle utenze che non per aziende. Nella mia esperienza ho provato a capire come aiutare queste persone con il welfare locale e cosa potessero invece fare da loro per ridurre i propri costi e consumi. Una delle maggiori difficoltà che spesso deve affrontare chi è in povertà energetica è di non avere i mezzi per uscirne. Non può pagare le bollette e spende anche di più di quanto realmente consuma perché ha mezzi obsoleti in casa”.
Qual è la strategia più efficace per ridurre la povertà energetica
C’è un modo più efficace di altri per aiutare i poveri energetici? “C’è ed è il più costoso nel medio periodo ma il più efficace nel lungo. Andare di persona in persona a conoscerli e spiegare cosa e come consumare meno. In questo modo si può agire sul problema specifico delle persone che spesso è molto diverso da persona e persona. E quando non c’è soluzione cerchiamo di rivolgerci alle istituzioni o alle aziende”. Un sistema puntuale perché la povertà energetica è come un cappotto che va cucito addosso. “Inoltre una volta che siamo stati efficaci con una famiglia, sarà proprio questa famiglia a diventare il nostro miglior portavoce nel territorio perché abbiamo guadagnato la sua fiducia con i dati che dimostrano efficacia”. Una fiducia che una maggiore attenzione dell’Europa su quanto accade nei contratti energetici, soprattutto al modo in cui vengono venduti da alcuni soggetti, potrebbe aiutare a guadagnare più facilmente.
Dare a noleggio gli elettrodomestici per consumare meno energia
Una delle soluzioni alla povertà energetica è migliorare la qualità dei consumi domestici. Per favorire questo Papillon ha messo a punto un sistema in collaborazione con le aziende produttrici di elettrodomestici per assicurare un corretto ricambio degli elettrodomestici nella formula di noleggio. “Nello specifico abbiamo un accordo con Bosh, diamo in noleggio, a un prezzo accessibile, per 10 anni gli elettrodomestici con tanto di servizio di riparazioni e assistenza. In questo modo le persone hanno strumenti efficienti che gli consentono di spendere meno di energia. Il tutto con un minimo costo di noleggio e consumi che nel totale è inferiore a quanto spenderebbero se avessero in bolletta il peso dei vecchi elettrodomestici. Al termine del noleggio lo strumento, se obsoleto, entra automaticamente nel circuito del riciclo”.
Un modello forse replicabile in Italia “se si trova una partnership con un produttore di elettrodomestici. Ma il punto di svolta è dato dal costo dell’energia. Dipende quanto impatta in bolletta l’abbassamento dei consumi rispetto il cambio di elettrodomestici e il costo dell’energia. Oppure se c’è un miglioramento della qualità della vita. Per esempio con un buon frigo, magari più spaziosi puoi conservare più a lungo cibo, magari con freezer più grande. Oppure ci sono persone che non avevano la lavatrice e andavano fuori casa a lavare. Con questa soluzione non escono di casa, non prendono la macchina, non si ammalano per uscire magari al freddo, ma hanno modo di avere una lavatrice a casa. Certo che se c’è modo di comprare l’elettrodomestico nuovo è sicuramente un abbattimento di costi nel lungo medio termine”.
Il ruolo della tecnologia e delle comunità energetiche per ridurre la povertà energetica
Le comunità energetiche come le nuove tecnologie di condivisione di energia rinnovabili possono ripresentare una strada da percorrere. “Lo considero un sistema davvero interessante considerato che spesso abbiamo un tetto su cui inserire pannelli fotovoltaici. Sarebbe bello se tutti i tetti di Europa potessero contribuire insieme a fornire energia anche a ci ne ha più bisogno”.
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