Gli Stati membri dell’UE hanno adottato il 6 ottobre un regolamento del Consiglio relativo a un intervento di emergenza per far fronte al caro energia. Il regolamento introduce misure comuni volte a ridurre la domanda di energia elettrica e a ridistribuire a famiglie, piccole e medie imprese i ricavi eccedenti del settore energetico.
Caro energia: riduzione consumi e tetto su ricavi
Il regolamento del Consiglio fissa un obiettivo volontario di riduzione complessiva del 10% del consumo lordo di energia elettrica e un obiettivo obbligatorio di riduzione del 5% del consumo di energia elettrica nelle ore di punta: “Gli Stati membri individueranno il 10% delle loro ore di punta durante le quali ridurranno la domanda nel periodo compreso tra il 1º dicembre 2022 e il 31 marzo 2023”, si legge nella nota stampa. In tale periodo gli Stati membri saranno liberi di scegliere le misure idonee a ridurre il consumo in vista del conseguimento di entrambi gli obiettivi.
Il Consiglio ha inoltre convenuto di fissare un tetto sui ricavi di mercato a 180 euro/MWh per i produttori di energia elettrica, compresi gli intermediari, che utilizzano le cosiddette tecnologie inframarginali per produrre energia elettrica, come le energie rinnovabili, il nucleare e la lignite: “Negli ultimi mesi questi operatori hanno realizzato inaspettatamente notevoli guadagni finanziari, senza che i loro costi operativi aumentassero. Questo è dovuto al ruolo del carbone e del gas che, come fonti marginali di fissazione dei prezzi, gonfiano attualmente il prezzo finale dell’energia elettrica”, viene evidenziato.
Il livello del tetto è concepito in modo da preservare la redditività degli operatori ed evitare di ostacolare gli investimenti nelle energie rinnovabili. Per tenere conto delle rispettive circostanze nazionali e delle misure in vigore a livello nazionale, gli Stati membri hanno introdotto alcune flessibilità, tra cui: possibilità di fissare un tetto sui ricavi più elevato; misure che limitino ulteriormente i ricavi di mercato; differenziare le tecnologie; applicare limiti ai ricavi di mercato di altri attori, compresi gli operatori commerciali.
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Prelievo di solidarietà per il settore dei combustibili fossili
Il regolamento del Consiglio fissa un contributo di solidarietà temporaneo obbligatorio sugli utili delle imprese attive nei settori del petrolio greggio, del gas naturale, del carbone e della raffinazione: “Il contributo di solidarietà sarà calcolato sugli utili imponibili, determinati secondo la normativa tributaria nazionale nell’esercizio fiscale avente inizio nel 2022 e/o nel 2023, che eccedono un aumento del 20% degli utili imponibili medi annui dal 2018”, viene sottolineato nella nota.
Gli Stati membri possono mantenere misure nazionali equivalenti al prelievo di solidarietà “purché siano compatibili con gli obiettivi del regolamento e generino almeno proventi comparabili”: tali proventi saranno utilizzati per offrire sostegno finanziario alle famiglie e alle imprese e per attenuare gli effetti degli elevati prezzi al dettaglio dell’energia elettrica.
Il Consiglio ha infine convenuto che gli Stati membri possono fissare temporaneamente un prezzo di fornitura dell’energia elettrica alle Pmi al fine di sostenere ulteriormente le realtà che devono far fronte caro energia. Le misure sono di natura temporanea e straordinaria: si applicheranno dal 1º dicembre 2022 al 31 dicembre 2023. Gli obiettivi di riduzione del consumo di energia si applicano fino al 31 marzo 2023. Il tetto obbligatorio sui ricavi di mercato si applica fino al 30 giugno 2023.
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