cambiamenti climatici agricoltura
Un vitellino assetato

Alcune aziende agricole hanno perso un intero anno di lavoro. Per altre il bilancio di fine agosto è comunque molto pesante. Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’argicoltura, evidenzia la Coldiretti in una nota stampa, negli ultimi dieci anni hanno pesato per oltre 14 miliardi di euro, contando le perdite della produzione agricola e i danni a strutture e infrastrutture nelle campagne.

La tropicalizzazione del clima e le ondate di maltempo

Negli ultimi anni è emersa “una tendenza alla tropicalizzazione”, prosegue la Coldiretti, “con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense”. L’ondata di maltempo che negli ultimi giorni ha investito le regioni del nord Italia, dall’Emilia Romagna al Veneto, non ha risparmiato nessun prodotto made in Italy: dalle pere Abate nel modenese, bollate col marchio Dop dell’Unione europea, ai kiwi di Verona all’uva di Lambrusco Salamino.

Solo in Veneto nelle province di Verona, Padova, Vicenza e Rovigo si è assistito ad alberi da frutta divelti, filari di viti abbattuti, serre e raccolti distrutti, stalle allagate.

Il vento forte, le precipitazioni violente e le grandini con chicchi dalle dimensioni anomale, aggiunge la Coldiretti, hanno fatto registrare anche pesanti danni strutturali. Sono bastati pochi minuti per piegare le reti antigrandine, solo cinque grandinate e bombe d’acqua in un mese.

Caldo record nell’estate 2020

Senza contare, aggiunge la Coldiretti riprendendo gli ultimi dati del National climatic data centre (Ncdc), che il 2020 è l’anno più bollente degli ultimi 112 anni in Europa e che la temperature media sulla superficie della Terra ha superato quella degli oceani. Nei primi sette mesi dell’anno la Terra è più calda di +1,01°. Dopo il 2003, il 2014, il 2015, il 2018 e il 2019 questo è l’anno più bollente di sempre.

Nuova distribuzione delle coltivazioni

Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura si fanno sentire anche nella nuova distribuzione delle coltivazioni: “Con l’ulivo, tipicamente mediterraneo, che in Italia si è spostato a ridosso delle Alpi mentre in Sicilia e in Calabria sono arrivate le piante di banane, avocado e di altri frutti esotici made in Italy mai viste prima lungo la Penisola”. 

Incendi fuori controllo e danni all’agricoltura

Migliaia di ettari bruciati, animali morti e alberi carbonizzati. È il triste bilancio che la Coldiretti fa degli effetti provocati dai 500 incendi divampati nell’estate 2020 in molte regioni d’Italia: Puglia, Emilia Romagna, Sicilia, Lazio, Calabria, Campania, Umbria e Basilicata.

Non aiutano le precipitazioni: secondo i dati Isac Cnr, nei primi sette mesi dell’anno è caduta il 30% in meno di pioggia. “Se da una parte il 60% dei roghi è di origine dolosa”, prosegue la Coldiretti, dall’altra non ci sono agricoltori che possano contenere il propagarsi delle fiamme. In Italia “più di un terzo della superficie nazionale è coperta dai boschi per un totale di 10,9 milioni di ettari”. Solo la corretta manutenzione “aiuta a tenere pulito il bosco e ad evitare il rapido propagarsi della fiamme in caso di incendi”.

Per far rinascere l’ecosistema forestale ci vogliono 15 anni, spiega la Coldiretti, e nel mentre tutte le attività che girano intorno al bosco si fermano: dalla raccolta della legna a quella dei funghi, che chiama a raccolta tanti appassionati. “Un’opportunità in tal senso viene dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.

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Animali stressati dal caldo

Tra gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura c’è anche lo stress provato dagli animali per il caldo: nelle fattorie le mucche “per lo stress delle alte temperature stanno producendo fino al 10% circa di latte in meno rispetto ai periodi normali”.

Negli allevamenti per la produzione di latte destinato ai più grandi formaggi italiani Dop, dal Grana padano al Parmigiano reggiano, sono scattate le misure anti afa. Nelle stalle gli abbeveratoi lavorano a pieno ritmo: ogni animale arriva a bere il doppio rispetto ai periodi meno caldi, 140 litri contro gli abituali 70.

In più per garantire la temperatura ideale, che oscilla tra i 22 e i 24°, sono entrati in funzione ventilatori e doccette refrigeranti.

Il costo di frutta e verdura lievita

Si registra inevitabilmente “un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali”. Di conseguenza il costo di frutta e verdura lievita: già a fine luglio la Coldiretti, riprendendo i dati Istat di giugno, denunciava un incremento dell’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A livello nazionale si è perso “più di un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine (-28%) alle albicocche (-58%) fino alle ciliegie, ma danni sono stati subiti anche da verdure e ortaggi”. Per i produttori italiani al danno si aggiunge la beffa con “compensi al di sotto dei costi di produzione per la gran parte degli ortaggi”.

La vendemmia si anticipa per i cambiamenti climatici

Anche la produzione di vino si rivoluziona. Col caldo si è verificato “un anticipo della vendemmia anche di un mese rispetto alla tradizionale partenza di settembre”. L’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19 incide anche sull’arrivo degli addetti dall’estero, in particolare dalla Romania e dalla Bulgaria spiega la  Coldiretti.

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Cambiamenti climatici e agricoltura: il supporto dal fondo di Mediocredito centrale

Per chi opera nei settori agricolo e forestale, oltre che della pesca e dell’acquacoltura, Mediocredito centrale ha garantito un fondo di garanzia per 126,1 milioni di euro, divenuto realtà con il decreto Cura Italia. Una misura di supporto all’agricoltura e di contrasto ai cambiamenti climatici.

Dal 20 luglio sono state presentate 1.397 domande. Di queste 261, per un importo medio di 396mila euro, hanno richiesto garanzie per operazioni strutturate di importo massimo pari a 30mila euro. “I primi dati sono molto incoraggianti e testimoniano una fame di credito in agricoltura di cui eravamo coscienti e che siamo contenti di sostenere e incentivare, supplendo in molte circostanze a situazioni di immobilità nella spesa dei Psr regionali”, dichiara in una nota il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate.

In genere, tutte le operazioni sono già deliberate dalle banche e attingono al plafond agevolativo autorizzato dall’Unione europea attualmente pari a 100mila euro. L’operatività terminerà il prossimo 31 dicembre e l’utilizzo dovrà essere finalizzato al superamento della crisi causata dal Coronavirus e al rilancio dell’attività imprenditoriale agricola. Le garanzie gratuite per prestiti strutturati coprono sino al 90% della durata di 6 anni, con uno o due anni di pre-ammortamento.


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