Più del 58% degli italiani ritiene utile un incentivo statale per consentire l’acquisto di un impianto domestico per il trattamento dell’acqua corrente. La percentuale cresce tra coloro che già ne possiedono uno (68,4%). Lo riferisce l’Associazione costruttori trattamenti acque primarie – Aqua Italia, federata Anima Confindustria, nel rilanciare i dati dell’ultima indagine statistica, realizzata da Open Mind Research sui sistemi di affinaggio dell’acqua potabile e sul loro potenziale.
L’impegno dell’associazione è rivolto alle iniziative a sostegno dell’uso dell’acqua potabile dal rubinetto e, in particolare, verso una più precisa definizione, da parte dell’Agenzia delle entrate, dei sistemi di affinaggio per i quali è previsto l’incentivo fiscale legato al “Bonus acqua potabile”. Oltre a un chiarimento sulla deducibilità dei costi di installazione.
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Cos’è il “Bonus acqua potabile” e la campagna di riduzione della plastica
Per razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre il consumo di bottiglie di plastica, la legge di Bilancio 2021 ha previsto un credito d’imposta del 50%, fino a una disponibilità di 5 milioni di euro l’anno di spesa complessiva, per i costi sostenuti tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 sull’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate dagli acquedotti.
Il provvedimento e la sua applicazione, come sottolinea in una nota stampa Aqua Italia, “incentiva la scelta di prodotti sostenibili alternativi, come previsto dalla direttiva europea Sup (Single use plastics) sulla riduzione dell’incidenza di prodotti di plastica monouso sull’ambiente. I risultati della campagna di riduzione della plastica in materia idrica saranno poi valutati da Enea che fornirà una stima dell’impatto del provvedimento in termini di circolarità ambientale”.
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Gli italiani, i sistemi domestici di trattamento della risorsa idrica e le tecnologie eco friendly
Lo studio, in particolare, ha analizzato l’utilizzo di sistemi di affinaggio in famiglia. Si è rilevata la presenza di almeno un apparecchio soprattutto nelle famiglie più numerose: 46,2% in quelle con almeno tre componenti; 42,4% in quelle con quattro componenti; 46,6% con cinque e più componenti. Il dato interessante proviene dalle giovani famiglie, dove si registra un ampio gradimento circa il trattamento della risorsa idrica da rubinetto: ben il 51,3% dei nuclei con un capofamiglia di età fino a 34 anni. Oltre un terzo del campione intervistato (38,3%) ha sottoscritto un abbonamento per la manutenzione periodica.
Più in generale, il 32,6% delle famiglie italiane ha dichiarato di avere in casa almeno un sistema di affinaggio dell’acqua. Tra i vari sistemi a disposizione: caraffe filtranti (13,3%), sistemi per l’eliminazione del cloro/altre sostanze (9,8%), refrigerazione e gasatura dell’acqua (4,1%).
L’associazione Aqua Italia, infine, evidenzia l’importanza di effettuare manutenzioni periodiche sui sistemi di affinaggio, al fine di mantenerle in piena efficienza.
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