Auto elettriche, flop nuove immatricolazioni: da gennaio -12,3%

A giugno il boom grazie all’ecobonus, +38,7% rispetto allo stesso mese 2023: i dati dello Smart Mobility Report 2024

Nonostante il potenziamento delle infrastrutture di ricarica e le innovazioni tecnologiche, dall’inizio dell’anno si registra in Italia una forte decrescita di nuove auto elettriche circolanti: -12,3% tra gennaio e agosto 2024, rispetto allo stesso periodo precedente, con -0,2% di immatricolazioni nel 2023 sul 2022. Un andamento negativo che segue il dato del mercato europeo, con l’incidenza di nuove vetture elettriche scesa a 21,2% dopo il boom registrato a fine 2023 (23,4%).

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È quanto emerge dallo Smart Mobility Report 2024 realizzato da Energy&Strategy della School of Management del politecnico di Milano e presentato il 2 ottobre. L’analisi rileva comunque l’exploit registrato a giugno grazie all’ecobonus: +38,7% di nuove auto elettriche rispetto allo stesso mese 2023. Secondo il rapporto, per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, bisognerebbe immatricolarne più di 800.000 all’anno, “una cifra decisamente poco realistica visto che nel triennio 2021-2023 si sono attestate a circa 130.000 annue” si legge nella nota stampa.

“Politica di sostegni economici discontinua ha reso incerto il mercato”

Le cause che rallentano le immatricolazioni sono da ricondurre agli alti costi d’acquisto iniziali, seppur con gli incentivi, e una percezione ancora limitata dei benefici a lungo termine della mobilità elettrica. A queste va poi aggiunta “una politica di sostegni economici discontinua, che ha contribuito a rendere incerto lo sviluppo del mercato” commenta Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy.

Per effetto di questa perfomance negativa, l’Italia è, insieme alla Spagna, agli ultimi posti nella classifica del parco circolante di veicoli elettrici per ogni 1.000 abitanti:

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È evidente la crescita delle infrastrutture di ricarica con un +35%, rispetto al 2022, di quelle ad accesso privato, salite a 500.000 anche grazie al Superbonus e ora pari a un decimo di quelle ad accesso pubblico:

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Tuttavia non è bastato a convincere gli italiani a passare all’elettrico, con il rischio di avere una rete di ricarica sottoutilizzata che non potrà supportare pienamente la transizione energetica. Quello che occorre è una “pianificazione strategica a lungo termine e vanno adottate politiche pubbliche più incisive e continuative per favorire concretamente l’acquisto di veicoli elettrici, anche sotto il profilo della semplificazione burocratica, e promuovere la fiducia dei consumatori” aggiunge Chiesa.

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Ruolo marginale delle auto elettriche per le flotte aziendali

Se le case automobilistiche continuano a potenziare l’offerta di auto elettriche, rimane lo scoglio del costo di acquisto che ancora blocca lo sviluppo delle auto elettriche nel nostro Paese, nonostante l’aumento del livello di incentivi disponibili. Una difficoltà evidente anche nel mondo delle flotte aziendali, che è stato approfondito nell’ambito del rapporto.

La survey condotta su 300 imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, distribuite sull’intera penisola, rivela come le autovetture elettriche oggi giochino un ruolo ancora marginale, anche perché nelle flotte aziendali il parco auto è caratterizzato da alti tempi di permanenza (più di 6,5 anni) e da percorrenze annue maggiori di 35.000 km. Le autovetture più diffuse nelle flotte sono quelle a combustione interna, benché il numero di Bev sia in aumento in medie e grandi imprese. In particolare, sono preponderanti le auto diesel: dal 70,8% del totale nelle grandi imprese all’82,8% nelle piccole imprese. Seguono le auto a benzina, dal 7,8% del totale nelle medie imprese al 16,1% nelle piccole imprese, mentre tutti gli altri tipi hanno una diffusione molto limitata.

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Proseguendo alle condizioni attuali, nello scenario di sviluppo delineato nel rapporto si raggiungeranno al 2030 solo 2,8 milioni di auto elettriche (a cui vanno sommate 4,3 milioni di vetture ad alimentazione alternativa), contro i 7,7 milioni di esemplari nello scenario full decarbonization che addirittura oltrepasserebbe i target europei. Un obiettivo possibile è quello intermedio, identificato nello scenario policy driven, che vede 6,6 milioni di autovetture ma richiederebbe un insieme di misure normative, economiche e culturali, capaci di  guidare l’azione politica dei prossimi anni.

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