Unicef: la crisi climatica impedisce lo studio ai bambini

Tra i luoghi più colpiti anche l'Italia. I dati del report  Learning Interrupted: Global Snapshot of Climate-Related School Disruptions in 2024

Studiare è un diritto che rende libere le persone  e più ricche le nazioni, ma cosa accade se questo diritto viene negato? E’ quanto sta accedendo a causa della crisi climatica.

Secondo l’ultimo studio dell’Unicef Learning Interrupted: Global Snapshot of Climate-Related School Disruptions in 2024, pubblicato in occasione della Giornata internazionale dell’educazione, almeno 242 milioni di studenti in 85 paesi hanno subito interruzioni dell’istruzione a causa di eventi climatici estremi.
Un fatto che ha aggravato ulteriormente la crisi dell’apprendimento già esistente.
Il rischio principale sono state le ondate di calore con oltre 118 milioni di studenti colpiti nel solo mese di aprile, secondo i dati.

I luoghi più colpiti

In Bangladesh e nelle Filippine si sono verificate ampie chiusure di scuole ad aprile, mentre la Cambogia ha accorciato la giornata scolastica di due ore.
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Grade 3 student Resha (left) walks home with her classmate after school in Barangay Loob, Municipality of Gainza, Camarines Sur, on December 02, 2024. Resha is a recipient of Learning Kits provided by UNICEF Philippines in partnership with the Department of Education as part of the back-to-school emergency response following the impact of Tropical Storm Kristine (Trami) in October 2024. (Photo/Larry Monserate Piojo)
Ma i danni si sono visti anche in Europa.  Piogge torrenziali e inondazioni hanno colpito l’Italia a settembre interrompendo le lezioni per oltre 900.000 studenti, e la Spagna a ottobre bloccando le lezioni per 13.000 bambini.
L’anno scorso, il maltempo ha tenuto fuori dalle classi uno studente su sette, minacciando la loro salute e la loro sicurezza e incidendo sulla loro formazione a lungo termine ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF.
Il rapporto rileva anche che le scuole e i sistemi educativi sono in gran parte mal equipaggiati per proteggere gli studenti da questi impatti e gli investimenti finanziari incentrati sul clima nel settore dell’istruzione rimangono sorprendentemente bassi.

Un rischio anche per la salute

I corpi dei bambini sono particolarmente vulnerabili. Si riscaldano più velocemente, hanno un tasso di traspirazione minore e si raffreddano più lentamente degli adulti. I bambini non riescono a concentrarsi in aule che non offrono tregua dal caldo torrido e non possono raggiungere la scuola se la strada è allagata o se le scuole sono state spazzate via. .

Le priorità dell’Unicef

L’Unicef evidenzia alcune urgenze che le nazioni devono mettere in agenda:
·       Garantire che i piani nazionali per il clima – compresi i Contributi Determinati a livello nazionale e i Piani Nazionali di Adattamento – rafforzino i servizi sociali essenziali per l’infanzia, come l’istruzione, per renderli più adatti dal punto di vista climatico e resistenti alle catastrofi, e contengano impegni adeguati alla riduzione delle emissioni, al fine di prevenire i peggiori impatti dei cambiamenti climatici.
  •        Investire in strutture scolastiche resilienti alle catastrofi e intelligenti dal punto di vista climatico per un apprendimento più sicuro.
  •       Accelerare i finanziamenti per migliorare la resilienza al clima nel settore dell’istruzione, investendo anche in soluzioni collaudate e promettenti.
  •       Integrare esplicitamente l’educazione al cambiamento climatico e gli impegni di risposta ai bambini in tutti i settori.

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