trasporto marittimo
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Il trasporto marittimo a livello globale ed europeo continuerà ad essere fondamentale per tutte le economie. Il 77% del commercio estero europeo e il 35% di quello tra gli stati membri dell’Unione avviene via mare. Ma, alla luce del fatto che è destinato ad aumentare, in seguito alla crescente domanda di risorse primarie e del trasporto di container, il suo impatto a livello ambientale sarà significativo, come rivela la relazione dell’Unione europea, che per la prima volta tratta la portata dell’impatto del settore sull’ambiente, individuando le problematiche che rimangono da affrontare affinché sia sempre più sostenibile.

Lo stato di salute del settore

La Relazione sull’impatto ambientale del trasporto marittimo europeo, presentata oggi 1° settembre dall’Agenzia europea dell’ambiente e dall’Agenzia europea per la sicurezza marittima, fornisce per la prima volta un’analisi completa.

Da questa emerge che, le navi producono il 13,5% delle emissioni di gas a effetto serra generate dai diversi mezzi di trasporto nell’UE, classificando il trasporto marittimo subito dopo il trasporto stradale (71%) e l’aviazione (14,4%). 

Nel 2019, le navi che hanno fatto scalo nei porti europei hanno prodotto circa 1,63 milioni di tonnellate di emissioni di anidride solforosa (SO2), anche se sono cifre destinate a ridursi grazie a misure legislative future più restrittive. Si stima inoltre che, il trasporto marittimo abbia apportato il suo contributo nel raddoppiare i livelli di inquinamento acustico sottomarino delle acque europee tra il 2014 e il 2019.

La relazione valuta anche lo stato attuale delle soluzioni emergenti per uno sviluppo sostenibile nel settore marittimo. Tra queste i carburanti alternativi, le batterie e la fornitura di energia a terra e delinea le sfide del settore verso il cambiamento climatico, includendo l’impatto che potrebbe avere l’innalzamento del livello del mare nei porti.

I principali impatti sull’ambiente del trasporto marittimo

Per quanto riguarda i gas ad effetto serra, nel 2018 le navi che hanno fatto scalo nei porti dell’UE hanno generato circa 140 milioni di tonnellate di emissioni di CO2, corrispondenti al 18% delle emissioni complessive a livello mondiale. Nel 2019, le stesse navi hanno prodotto circa 1,63 milioni di tonnellate di emissioni di anidride solforosa (SO2). Inoltre, le navi creano inquinamento acustico che può ripercuotersi sulle specie marine: le portacontainer, le navi passeggeri e le navi cisterna generano le emissioni più elevate di energia sonora, dovute all’utilizzo delle eliche.

Il trasporto marittimo è il principale responsabile della presenza di specie non autoctone nei mari europei: si tratta di 51 specie ad alto impatto, cioè che possono incidere su ecosistemi e specie locali.

Solo 3 fuoriuscite di petrolio sono avvenute nell’UE, rispetto alle 18 a livello mondiale dal 2010, grazie ad un miglior monitoraggio e applicazione di prescrizioni che contribuiscono a ridurre gli incidenti di inquinamento da petrolio, benché la quantità del greggio trasportato via mare sia aumentata costantemente negli ultimi 30 anni. 

Secondo la relazione, la maggior parte delle navi che fanno scalo nei porti europei ha in media già ridotto la velocità fino al 20% rispetto al 2008, riducendo così anche le emissioni.

Le possibili alternative

Tra le possibili alternative per essere sempre più sostenibili nel settore, emerge la possibilità di impiegare combustibili non convenzionali come ad esempio i biocarburanti, l’idrogeno o l’ammoniaca e le batterie. Tutto ciò può contribuire a decarbonizzare il settore e ridurre le emissioni. 

Altra possibile soluzione, la fornitura di energia a terra, che prevede lo spegnimento dei motori quando le navi sono ormeggiate in porto. Sfruttando l’energia pulita nei porti marittimi e in quelli di navigazione interna.

Adina Vălean, commissaria UE ai trasporti dichiara: “La nostra strategia di mobilità sostenibile e intelligente chiarisce che tutte le modalità di trasporto devono diventare più sostenibili, più intelligenti e più resilienti, compreso il trasporto marittimo. Anche se tale settore ha migliorato la propria impronta ambientale negli anni passati, deve ancora affrontare grandi sfide in materia di decarbonizzazione e riduzione dell’inquinamento”. 

Virginijus Sinkevičius, commissario europeo per l’ambiente, gli oceani e la pesca afferma: “Il messaggio è chiaro: il trasporto marittimo è destinato ad aumentare nei prossimi anni e, se non agiamo ora, il settore produrrà sempre più emissioni di gas a effetto serra, inquinanti atmosferici e inquinamento acustico sottomarino”.

Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea (Agenzia europea dell’ambiente) conclude: “Se da un lato il settore del trasporto marittimo europeo svolge un ruolo vitale per il nostro benessere economico, dall’altro la presente relazione mostra chiaramente che l’intero settore, a livello sia europeo sia internazionale, deve assumersi urgentemente la responsabilità di incrementare gli sforzi per ridurre la propria impronta ambientale. E’ necessario fare molto di più per ottenere un cambiamento essenziale”.


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