Sviluppo di servizi climatici predittivi, ecco perché sono urgenti

Eventi estremi e crisi climatica rendono sempre più urgente lo sviluppo della capacità di prevedere situazioni di crisi

La scienza dello studio del clima e del meteo sta affrontando una grande sfida. Quella di aiutare i decisori politici, sociali e industriali del mondo a prevenire e gestire gli effetti della crisi climatica, magari anche contribuendo a evidenziarne alcune manifestazioni.

Di tutto ciò si occupano i cosiddetti “servizi climatici”. Questi sono definiti a livello condiviso come le azioni atte a “fornire informazioni sul clima in modo tale da assistere i processi decisionali da parte di individui e organizzazioni”.

Si tratta “dell’unica definizione di molte, autorizzate che potete trovare nella letteratura” come spiega Francisco Doblas-Reyes, del Supercomputing Center di Barcellona e coordinatore del progetto ClimateEurope2, nel corso dell’apertura del Webfestival organizzato dal progetto stesso. Si tratta di un evento online che si svolge tra oggi 19 settembre e domani.

“ClimateEurope 2 è un progetto i cui obiettivi si concentrano principalmente sul sostegno alla comunità in Europa. È volto ad aiutare la Commissione a organizzare il lavoro sui servizi climatici a livello europeo, ma riscuote un interesse globale per tutto il lavoro che stiamo facendo nel corso di questo progetto” spiega Doblas-Reyes.

La sfida del Green deal a braccetto con i servizi climatici

Una sfida che tocca i tasti del Green deal “La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, nel suo ultimo discorso ha parlato in modo significativo della crisi climatica. Non solo perché il Green Deal e la politica climatica sono una priorità di questa Commissione, ma anche perché, purtroppo, come tutti sappiamo, gli eventi climatici estremi hanno devastato l’Europa durante la scorsa estate, dalle ondate di calore alle inondazioni agli incendi. Lo sottolineo per trasmettere l’urgenza che l’informazione sul clima e i suoi servizi rappresentano per migliorare e preparare al meglio le comunità e settori agli impatti dei cambiamenti climatici che sono inevitabili” conclude Alessia Pietrosanti, European Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency e project officer del progetto.

Climate Europe 2 i tre obiettivi del progetto:

  1. Realizzare standard sui servizi climatici,
  2. supportare una Comunità europea dei servizi climatici equa
  3. aumentare l’uso dei servizi climatici a coloro che ne hanno realmente bisogno.
Climate Europe 2 Servizi climatici
“Fin’ora non ci sono standard stabiliti o buone pratiche raccomandate per i servizi climatici” spiega Francisco Doblas-Reyese Nella slide mostra lo status degli standard e della comunità sul tema.

“Fin’ora non ci sono standard stabiliti o buone pratiche raccomandate per i servizi climatici” spiega Francisco Doblas-Reyese. Proprio questa è la prima mission del progetto che intende agire rispetto le informazioni sul clima che come spesso ricordano i relatori dell’evento non sono le stesse informazioni relative a “adattamento, mitigazione o rischio di disastro, disaster recovery”.

L’intento è quindi fornire uno strumento condiviso che riguarda diversi organismi ed enti che si occupano della standardizzazione di molti aspetti diversi legati a problemi sociali ed economici.

Ma quello che faremo è formulare raccomandazioni per la standardizzazione di servizi climatici equi. Si tratta di una sfida molto grande” sottolinea il Coordinatore del progetto. Per farlo una delle prime attività è stato cercare di identificare ciò che esiste già in termini di standard pertinenti per i servizi climatici. Esistono norme di gestione e di qualità dell’ISO che sono state trasposte anche agli organismi di normazione europei e nazionali. Ci sono anche molte informazioni sugli standard a livello settoriale, ma finora non ci sono standard stabiliti o buone pratiche raccomandate espressamente per i servizi climatici” conclude il coordinatore del progetto ClimateEurope2.


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.