Dal 1° marzo al 31 maggio 2020 i dipendenti del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente-Snpa che hanno lavorato in smart working hanno risparmiato all’ambiente 1.884 tonnellate di CO2.
Il campione del questionario
I dati sono stati elaborati da un gruppo multidisciplinare di colleghi di otto regioni: comunicatori; un architetto, mobility manager; un esperto di pianificazione urbanistica ed una statistica che si occupano di inventario delle emissioni; un sociologo che si occupa di programmazione, un economista urbano. L’elaborazione è avvenuta sulle risposte di 3.907 dipendenti di tutte le Agenzie ambientali e regionali e provinciali di Ispra, su 10.480 totali, a un questionario.
Dei quasi 4.000 intervistati il 63% ha di chiarato di aver lavorato da casa per oltre 30 giorni lavorativi. Il 13% lo ha fatto per meno di 10 e il 4% si è sempre recato sul luogo di lavoro. Il 39% ogni giorno copre 12 km nel tragitto casa-lavoro-casa, il 21% supera i 48 km. Il 79% usa l’auto privata.
Il calcolo della CO2 risparmiata da Snpa con lo smart working
Il calcolo della CO2 risparmiata è stato effettuato, si legge sul sito Snpa, usando “i fattori di emissione pubblicati da Ispra per i trasporti distinguendo il mezzo privato da quello pubblico e si sono poi stimati quelli relative ad ogni agenzia sulla base delle risposte complessivamente fornite, trascurando il fatto che alcune abbiano avuto un tasso di risposta superiore ad altre”.
Chi ha risparmiato di più
L’Ispra è l’ente che ha risparmiato di più. Ha il maggior numero di dipendenti divisi in 8 sedi dislocate a lunga distanza tra loro. All’opposto Arpa Emilia Romagna che ha lo stesso numero di dipendenti suddivisi però in 43 sedi. “Rapportando il dato pro-capite rispetto al numero di dipendenti, si osservano valori un po’ più allineati, dovuti probabilmente all’effetto combinato della distanza con l’uso del mezzo privato e del numero di giorni di lavoro da casa”, si legge sul sito.
Una rete di conoscenze
Inizialmente il questionario è stato promosso dalla rete dei comunicatori Snpa. Sono i professionisti più sensibili a percepire temi di attualità e di interesse per l’opinione pubblica. È solo una tra le tante. Con la riforma della governance del 2016, il Snpa è costituito da reti dei referenti tematici: “strutture tecniche permanenti di esperti del Sistema a presidio delle principali tematiche tecnico-specialistiche di diffusa operatività nel Snpa”, si legge sul sito. Non una gerarchia, ma nodi “specializzati” – chimici, fisici, biologi, geologi, ingegneri, architetti, comunicatori, avvocati – a disposizione di tutta la rete.
La potenzialità più grande dell’Snpa è proprio quella di “mettere in rete le diverse professionalità ed esperienze presenti” le quali “costituiscono un vero e proprio ‘giacimento prezioso’”.
È soprattutto in questionari come questi che riguardano la mobilità sostenibile che “è possibile testare questo tipo di approccio restituendo così agli amministratori e al pubblico una visione olistica dei problemi e delle potenzialità degli insediamenti umani sul territorio”.
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