pneumaticiI piazzali dei rivenditori specializzati di pneumatici e delle officine di autoriparazione sono sommersi da tonnellate degli pneumatici fuori uso (Pfu), questo perché hanno versato il contributo ambientale e aspettano che gli Pfu siano ritirati. Situazione che li espone a rischi ambientali e sanzioni di natura amministrativa e penale per il superamento dei quantitativi consentiti in deposito temporaneo presso le officine.

Troppi pneumatici fuori uso, le proposte

Per questo, Federpneus e Cna hanno inviato una lettera al ministero dell’Ambiente per:

  • sospendere temporaneamente le sanzioni alle imprese che presentano una richiesta di ritiro inevasa oppure ampliare questi limiti in virtù delle difficoltà che ha vissuto e vive l’intera filiera a causa dell’emergenza sanitaria;
  • rafforzare le attività di vigilanza del ministero sui consorzi e su tutti gli operatori direttamente coinvolti nella gestione degli pneumatici fuori uso;
  • aumentare il target di raccolta rapportato ai quantitativi effettivi degli Pfu che vanno raccolti con un equo incremento dell’attuale contributo ambientale se necessario.

Evitare il collasso prima del cambio gomme

“La nostra richiesta è di affrontare con urgenza il problema prima che il cambio gomme stagionali comporti un vero proprio collasso del sistema”, commenta in una nota stampa il presidente di Federpneus, Giancarlo Veronesi. “Ma è necessario anche introdurre meccanismi che garantiscano la certezza del ritiro a tutti gli operatori che versano regolarmente il contributo Pfu: chi opera diversamente provvederà a pagare in proprio il ritiro, come oggi devono fare purtroppo molti operatori onesti”.

“Cna chiede maggiori tutele per le imprese che operano nel rispetto delle regole, più controlli sulla filiera di raccolta e sui canali distributivi che immettono sul mercato grandi quantità degli pneumatici su cui non viene versato contributo ambientale”, conclude Giuseppe Calì, portavoce nazionale gommisti Cna.

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