La Legge europea sul ripristino della natura, approvata in via definitiva nel mese di febbraio, ha messo nero su bianco l’importanza di ripristinare gli ecosistemi degradati e affidarsi alle nature-based solutions per raggiungere gli obiettivi del Green Deal.
Ecco perché l’annuncio arrivato il 12 marzo dall’ISPRA risulta particolarmente importante. L’Istituto ha dato il via, nell’ambito del progetto MER, a un programma di ripristino di alcuni degli ambienti marini più minacciati d’Europa: gli habitat dell’ostrica piatta (Ostrea edulis), specie autoctona adriatica.
Le regioni coinvolte
Le attività coinvolgeranno cinque regioni italiane – Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo – e si concentreranno sull’immissione in ambiente di individui adulti riproduttori – sia allevati, sia prelevati tramite tecniche di pesca sostenibile – e sulla posa sul fondale di substrati favorevoli all’attecchimento di nuove generazioni di ostriche.
Le varie fasi del programma di ripristino
La cooperativa M.A.R.E. ha avviato il cosiddetto “reclutamento naturale” delle larve di ostrica piatta e sono già cominciate anche le attività di acquacoltura presso lo schiuditoio Naturedulis di Goro (FE), il cui obiettivo è di generare fino a un milione di ostriche da destinare alla reimmissione in ambiente naturale. Sono state ottenute già 300mila larve di ostrica piatta, alimentate con diversi ceppi di microalghe.
A partire da giugno 2024, gli esemplari che avranno raggiunto la taglia sufficiente (circa 1 cm) saranno trasferiti in siti marino-costieri idonei per l’allevamento, dove saranno mantenuti per circa un anno prima del trasferimento nei siti offshore di ripristino dei banchi di ostriche, classificati come “in pericolo” nella Lista rossa europea degli habitat marini.
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Il ruolo ecologico delle ostriche
Le ostriche sono molto importanti dal punto di vista ecologico poiché sono considerate “ingegneri dell’ecosistema”: sono in grado di edificare habitat complessi che sostengono la biodiversità marino-costiera e di mitigare gli effetti dell’erosione, fungendo da barriera naturale all’azione del moto ondoso. Una singola ostrica può filtrare fino a duecento litri di acqua di mare al giorno, migliorandone notevolmente la qualità e la limpidezza.
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