Ella Kissi-Debrah aveva nove anni quando, nel 2013, è morta nel quartiere di Lewisham, a sud di Londra, per inquinamento ambientale a seguito di un attacco d’asma. La Southwark coroner’s court ha stabilito che l’inquinamento ambientale, appunto, “ha contribuito” alla morte di Ella. Il coroner Philip Barlow ha aggiunto che è stata esposta a livelli “eccessivi” di inquinamento. È il primo caso nel Regno Unito.
La salute compromessa di Ella Kissi-Debrah
Tre anni prima di morire, riporta la Bbc, Ella ha avuto attacchi d’asma multipli ed è stata ricoverata 27 volte. Nel 2010 era in ospedale per un forte attacco di tosse. Nell’estate del 2012 è stata definita disabile per la sua condizione respiratoria. Un forte attacco d’asma le è stato fatale nelle prime ore del 15 febbraio 2013.
La bambina viveva vicino alla South circular road, una delle strade più centrali e trafficate di Londra. Un rapporto del 2018 redatto dal professore clinico di immunofarmacologia del british medical research Council Sir Stephen Holgat, nonché medico consulente onorario in medicina presso l’università di Southampton, riporta che i livelli di inquinamento raccolti in una stazione di monitoraggio a quasi due km dalla casa di Ella erano troppo alti. Questi hanno contribuito a peggiorare la situazione della bambina e a scatenare l’attacco d’asma. I livelli di diossido di azoto misurati vicino all’abitazione Ella sono risultati molto più elevati di quelli contenuti nelle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità.
“Evitare che altre famiglie soffrano”
La ricerca è frutto del lavoro di inchiesta partito dopo la sua morte. Dietro alla morte di Ella, purtroppo, sono emerse gravi mancanze: i tentativi vani per cercare di ridurre i livelli di NO2 e la mancanza di informazioni in possesso della madre, Rosamund Adoo Kissi-Debra. Il verdetto storico che per il sindaco di Londra, Sadiq Khan, “oggi deve essere un punto di svolta in modo che altre famiglie non debbano soffrire lo stesso crepacuore della famiglia di Ella”.
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