Sussidi dannosi CostaFin dal mio insediamento, nel 2018, ho messo in campo tutti gli strumenti possibili, in accordo con le regioni, per affrontare il tema della qualità dell’aria”. A parlare è il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che commenta in una nota la sentenza della Corte di giustizia di ieri sul superamento dei limiti di PM10 dell’Italia. Secondo questo giudizio, nel periodo 2008-2017 nel nostro Paese i valori di PM10 sono stati sistematicamente al di sopra dei limiti previsti dalla normativa europea.

Qualità dell’aria, dati indicano un problema non ancora risolto

La sentenza, afferma Costa, “non ci coglie di sorpresa, visti i dati su cui è basata e che sono incontrovertibili alla prova dei fatti. Dati che, benché si fermino al 2017, indicano un problema che purtroppo non è ancora risolto”.

“Sentenza è uno stimolo per il Governo a fare di più e meglio”

“Ogni anno sono almeno 80 mila le vittime dovute a questa problematica che investe soprattutto il Bacino Padano, ma non soltanto”, sottolinea Costa. “Credo che questa pronuncia debba essere uno stimolo per tutto il Governo a far di più e meglio rispetto a quanto già abbiamo messo in campo. Considerando che la stessa Corte nella sentenza riconosce la bontà delle azioni intraprese dal 2018, per garantire nel più breve tempo possibile un ambiente più salubre a tutti i cittadini”.

Le tre procedure di infrazione dell’Italia sulla qualità dell’aria

Al momento, in tema di qualità dell’aria, l’Italia ha tre procedure di infrazione aperte. Oltre quella relativa al superamento dei livelli di polveri sottili PM10, ci sono le due ulteriori relative al superamento dei livelli di ossidi di azoto. E quella sulle polveri ultrasottili PM2,5, aperta la scorsa settimana.

Le azioni messe in atto dall’Italia

Diverse le iniziative che il Governo italiano e il ministero dell’Ambiente, negli ultimi due anni, hanno messo in campo per rientrare nei parametri europei.

Il Clean air dialogue

Nel giugno 2018 si è tenuto a Torino il Clean air dialogue con la Commissione europea che ha portato all’istituzione di un gruppo di lavoro alla Presidenza del Consiglio per affrontare complessivamente il tema. Ha coinvolto trasversalmente tutte le amministrazioni centrali e i rappresentanti delle amministrazioni territoriali. Nel frattempo, il ministero dell’Ambiente ha sottoscritto accordi con Lazio, Umbria, Toscana e Sicilia. È alla firma quello con la Campania, proprio per affrontare con strumenti operativi e fondi la tematica che investe specifiche aree di queste regioni.

Il decreto legge Clima

Il decreto legge Clima dello scorso novembre ha individuato una serie di misure ad hoc e iniziative per promuovere stili di vita più sostenibili, come l’acquisto di scuola bus green, 20 milioni in due anni, o la riforestazione urbana, finanziata con 30 milioni. E il buono mobilità per incentivare una mobilità elettrica e sostenibile nelle grandi città. Stanziando a tal fine i proventi delle cosiddette “aste verdi” del ministero dell’Ambiente.

Accordi di programma con le regioni

Inoltre il ministero dell’Ambiente, sulla base di specifici accordi di programma con le Regioni più colpite dalla problematica – tra cui il Bacino Padano, Lazio, Umbria, Sicilia e Toscana -, ha programmato lo stanziamento di un fondo pluriennale. Tale fondo prevede in tutto 800 milioni di euro dal 2020 al 2034 e 40 milioni l’anno dal 2035 per l’abbattimento delle emissioni di polveri sottili e ossidi di azoto, come previsto dal decreto legge ‘Agosto’.

Il Pnrr

Infine, una componente del Piano nazionale di ripresa e resilienza conterrà alcune misure per ripristinare livelli adeguati di qualità dell’aria in tutta la Penisola. “Stiamo agendo a tutti i livelli, sempre insieme alle regioni, che sono gli attori protagonisti del cambiamento. E non solo perché lo impone l’Europa, ma perché la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini è la nostra priorità”, sottolinea il ministro Costa.


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