Dopo il fumo degli incendi canadesi, parte dell’Europa è stata raggiunta, nel finesettimana, da polveri sahariane che influenzeranno la qualità dell’aria in tutto il Mediterraneo occidentale. A subire l’impatto maggiore sarà la Spagna, dove il trasporto di polveri coincide con l’ondata di calore che sta interessando la nazione, poiché entrambi i fenomeni sono guidati dall’aria calda proveniente dal Sahara. Comunque, ci saranno conseguenze anche in alcune regioni di Francia e Italia.
L’allarme arriva dal Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS), che avverte: nelle aree più colpite, il PM10 supererà la soglia di esposizione media nelle 24 ore di 50 µg/m3 stabilita dall’Unione europea per questo tipo di inquinanti.
Il ruolo del CAMS
“Questo episodio di polveri sahariane si sta verificando in coincidenza con le ondate di calore registrate in Spagna e nel Mediterraneo occidentale, correlate alla sorgente della massa d’aria sul Sahara. A differenza di altri episodi verificatisi sul Mediterraneo all’inizio dell’anno, le nostre previsioni mostrano concentrazioni più elevate di particolato sia in superficie che più in alto nell’atmosfera”, spiega Mark Parrington, Senior Scientist del CAMS.
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Il CAMS monitora annualmente tutte le fasi della movimentazione di detriti dal deserto del Sahara e offre previsioni e dati aggiornati sul trasporto di polveri a lungo raggio, sia in Europa che a livello globale. Il controllo della qualità dell’aria può aiutare decisori politici e cittadini ad adottare contromisure adeguate.
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