Sono stati resi noti i diciotto componenti della task force Che la Regione Piemonte ha avviato per valutare l’effettivo livello di contaminazione delle fonti di approvvigionamento idrico e degli alimenti che rappresentano la principale via di esposizione dei cittadini ai PFAS ed elaborare una strategia a riguardo.
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“Stiamo mantenendo il cronoprogramma prefissato e le qualificate professionalità della task force sono un valido e fondamentale supporto affinché non venga tralasciato alcun aspetto; perché è bene ricordare che l’attenzione della Regione Piemonte sul problema dei PFAS rimane altissima, perché lo sviluppo economico e la produzione industriale devono essere necessariamente compatibili con l’ambiente e la salute dei cittadini” sottolinea l’assessore alla Sanità Federico Riboldi che puntualizza come “La task force è articolata in una Commissione tecnica, a cui sono attribuiti compiti di valutazione delle attività di monitoraggio e di collaborazione alla gestione dei rapporti con i cittadini e le associazioni, e una Commissione clinica, che si occuperà invece degli approfondimenti sul profilo tossicologico dei PFAS finalizzati alla definizione di un percorso diagnostico-terapeutico per i soggetti maggiormente esposti alle sostanze perfluoroalchiliche”.
La task force ha l’impegno di stabilire un percorso diagnostico terapeutico che i soggetti maggiormente esposti alla contaminazione da Pfas dovranno seguire e di approfondire il profilo tossicologico e l’impatto sull’organismo umano delle sostanze perfluoroalchiliche.
Cosa è stato fatto fin’ora in termini di Pfas
Il direttore generale dell’ASL AL, Luigi Vercellino, e il direttore della struttura Governo clinico, qualità e ricerca dell’ASL AL, Guglielmo Pacileo, hanno anche illustrato le attività di monitoraggio PFAS adottate finora. Nello specifico relativamente a quelle Sian (Servizio Igiene Alimentare e Nutrizione, dal Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (Spresal) e dal Servizio Veterinario Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche, oltre alle attività straordinarie come il biomonitoraggio integrato e il biomonitoraggio umano.
Rispetto le produzioni zootecniche è stato annunciato l’avvio a breve della seconda fase. Questa comprende un target complessivo di circa 8 mila persone per il primo cerchio concentrico di (0-3 km dal centro dello stabilimento chimico di Spinetta Marengo) con l’utilizzo di un ambulatorio mobile per le attività di prelievo e di somministrazione del questionario, l’apertura di agende per la prenotazione attraverso modalità che verranno condivise nei prossimi giorni e l’avvio della campagna di adesione al biomonitoraggio da metà di novembre.
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Nel frattempo, la prossima settimana, al Grattacielo Piemonte di Torino, si riunirà già la task force: “Perché deve essere pienamente operativa nel minor tempo possibile” ha sottolineato Riboldi “sui PFAS non c’è un attimo da perdere”.
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