Se pensiamo che le nostre case ci proteggano dall’inquinamento atmosferico, purtroppo, ci sbagliamo. Anche l’aria indoor è inquinata, come dimostrano i risultati dello studio Air Quality Connected Data di Dyson, resi noti oggi 11 gennaio.
Particolarmente critica la situazione a Milano
La maggior parte dei Paesi esaminati ha registrato livelli di PM2,5 indoor superiori a quelli outdoor per almeno sei mesi: Canada, Cina, Australia, Austria, Francia, Spagna e anche Italia, dove i valori medi mensili interni di PM2,5 hanno superato quelli esterni per sette mesi nel 2022. Solo nelle case di India, Norvegia, Polonia e Finlandia i livelli di PM2,5 sono stati generalmente inferiori rispetto a quelli esterni.
La situazione è risultata particolarmente allarmante nella città di Milano, che ha registrato il peggiore risultato a livello globale: i livelli medi annui di PM2,5 indoor nel 2022 sono stati di 2,63 volte superiori rispetto a quelli outdoor, con picchi nei mesi di dicembre (3,46) e gennaio (3,48), fino al record di 4,17 volte oltre i valori outdoor a marzo.
Il monitoraggio atto a studiare delle misure di prevenzione
“Spesso consideriamo l’inquinamento dell’aria un problema che riguarda gli ambienti esterni o le strade. Sebbene la ricerca sull’inquinamento dell’aria indoor stia crescendo, continua a essere poco sviluppata. Quanto rilevato da Dyson ci offre un prezioso punto di vista sui reali livelli di inquinamento nelle case di tutto il mondo, contribuendo a comprenderne i pattern quotidiani, mensili e stagionali”, commenta il professor Hugh Montgomery dell’University College di Londra, presidente dello Scientific Advisory Board Dyson.
“I dati Dyson si rivelano uno strumento educativo incredibilmente potente, con infinite possibilità di utilizzarli per produrre un impatto positivo: comprendere l’inquinamento che ci circonda rappresenta il primo passo per ridurre la nostra esposizione ad esso”.
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Alti livelli di PM2,5 nelle ore serali e notturne
I valori medi annui indoor hanno superato le linee guida annuali dell’OMS per il PM2,5 (5 µg/m3) in tutti i Paesi coinvolti nello studio: in India il valore è stato di undici volte superiore a quello raccomandato, in Cina di sei volte, in Turchia e negli Emirati Arabi Uniti di quattro volte e in Corea del Sud, Romania, Messico e Italia di tre volte.
Nella maggior parte delle località prese in esame da Dyson, i livelli di PM2,5 negli ambienti interni erano più elevati durante le ore serali e notturne, in coincidenza con il tempo che la maggior parte delle persone trascorre in casa. Inoltre, nel 2022, l’inverno ha rappresentato la stagione più inquinata su scala globale.
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Attenzione anche ai COV
Il nostro è fra i primi dieci Paesi per livello medio annuo di PM2,5, insieme a India, Cina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Romania, Messico, Polonia e Austria. Mettendo a confronto le singole città, le cinque con i valori medi annui di PM2,5 più alti si trovano tutte in Asia: né Milano né Roma, in questo caso, rientrano fra le dieci peggiori.
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Sono però le nazioni europee a registrare i livelli annui di COV più alti: si tratta di inquinanti gassosi, tra cui benzene e formaldeide, che possono essere emessi da attività come la pulizia o la cottura a gas, oltre che da prodotti come deodoranti, spray per il corpo, candele, mobili e arredi.
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