Si è conclusa la prima sperimentazione sul Po del sistema di raccolta dei rifiuti con barriere galleggianti “Seasweeper” nell’ambito del progetto sperimentale “Il Po d’aMare”. Tra luglio e novembre 2018 sono stati recuperati 3 quintali di rifiuti equivalenti a otto big bag. La frazione della plastica recuperata ammonta al 40% del totale ed è pari a 92,6 kg. Il peso maggiore è rappresentato da PE di fusti, di oltre 25 litri di capacità, e da imballaggi usati in ambito agricolo e industriale. Tutto il materiale plastico intercettato è stato avviato al recupero grazie alle buone condizioni in cui è stato raccolto. “I risultati della sperimentazione de “Il Po d’aMare” sottolineano come una corretta gestione dei rifiuti a terra porti ad avere corsi d’acqua con una sensibile minor presenza di rifiuti, in plastica in particolare”, ha evidenziato in una nota stampa Antonello Ciotti, presidente Corepla.
La frazione non plastica, equivalente al 60% degli scarti recuperati, è costituita soprattutto da scarti vegetali, alcuni anche in contenitori di vetro. Il sistema ha operato per l’83% del tempo complessivo e ha intercettato tutti i rifiuti che hanno attraversato la sezione delle barriere.
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Come funziona il sistema galleggiante
Le barriere galleggianti in polietilene fanno parte del dispositivo di raccolta Seasweeper che intercetta i rifiuti prima che arrivino al mare. Una volta installato, non interferisce con la flora e la fauna del fiume. È stato progettato da Castalia e posizionato a 40 km dalla foce del fiume Po, in corrispondenza della località Pontelagoscuro del Comune di Ferrara. Il 100% dei rifiuti intercettati è stato avviato al riciclo. Corepla ha inviato al centro di selezione e separazione la frazione plastica per suddividere le frazioni polimeriche. Il granulo ottenuto dalle operazioni di riciclo è stato avviato a un’azienda inglese per la costruzione di una casetta rifugio.
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La sperimentazione è stata promossa nell’ambito del progetto per la prevenzione dei rifiuti in mare “Il Po d’aMare”, promosso dai consorzi Corepla e Castalia e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile con il coordinamento istituzionale dell’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Agenzia interregionale per il fiume Po (Aipo).
A questa ne seguiranno altre: “Oltre alle sperimentazioni in corso al Delta vorremmo avviare altre sperimentazioni mirate in altrettante sezioni del fiume Po ‘sensibili’ che ci potranno fornire ulteriori e decisivi dati ed elementi per pianificare un’azione fattiva concreta”, ha dichiarato in nota Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità.
Perché si passi dalla fase sperimentale a quella operativa, così da replicare l’iniziativa, “sembrerebbe utile introdurre nella legislazione nazionale un riferimento chiaro e esplicito alla classificazione dei rifiuti presenti nei corsi d’acqua (oltre che nei laghi e nel mare) in modo da superare qualunque possibile incertezza interpretativa”, ha evidenziato Edo Ronchi, presidente della Fondazione sviluppo sostenibile.
Per maggiori dettagli leggi la leggi la presentazione risultati della fase sperimentale di “Il Po d’aMare”.
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