La Commissione EU ha proposto una modifica mirata degli allegati IV e V della direttiva Habitat relativamente allo status di protezione del lupo, da “strettamente protetto” a “protetto” ai sensi della Convenzione di Berna entrata in vigore il 6 marzo. La proposta, negli intenti della stessa Commissione, “darà ulteriore flessibilità agli Stati membri nella gestione delle loro popolazioni locali di lupi, in modo che possano adottare misure ben adattate alle circostanze regionali”. Gli Stati membri avranno comunque la possibilità di mantenere un livello più elevato di protezione del lupo, se ritenuto necessario ai sensi della legislazione nazionale.

Il lupo rimarrà una specie protetta e le misure di conservazione e gestione dovranno mantenere uno stato di conservazione favorevole. Tuttavia, “gli investimenti in misure appropriate di prevenzione dei danni restano essenziali per ridurre la predazione del bestiame”. La Commissione continuerà ad aiutare gli Stati membri e le parti interessate nella progettazione e nell’attuazione di tali misure attraverso finanziamenti e altre forme di supporto. La proposta dovrà ora essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio EU.
Protezione del lupo: timore di “scappatoie legali”
La nuova classificazione consentirà agli Stati membri di sviluppare piani di conservazione e gestione su misura per bilanciare la conservazione del lupo con le sfide della coesistenza. Questa proposta segna un cambiamento significativo nella politica europea di conservazione della fauna selvatica, rispondendo alle richieste di lunga data degli Stati membri e a molteplici risoluzioni del Parlamento EU. La scelta ha suscitato ampie critiche da parte delle associazione ambientaliste: “Declassare la protezione del lupo è una decisione sbagliata che dà priorità ai guadagni politici rispetto alla scienza e polarizzerà ulteriormente il dibattito” afferma in una nota stampa la coalizione di ong composta da Wwf, BirdLife Europe, ClientEarth e European Environmental Bureau. Precisando che la modifica “non offre alcun aiuto reale alle comunità rurali, mentre mina completamente l’opportunità di continuare a investire in misure preventive per raggiungere la coesistenza”.
Gli Stati membri saranno responsabili dell’implementazione dei piani di gestione in linea con gli obiettivi di conservazione dell’UE. Ai sensi dell’allegato V, gli Stati membri devono continuare a monitorare le popolazioni di lupi e implementare una serie di misure di gestione pertinenti. Secondo il Fondo internazionale per il benessere degli animali (Ifaw), la proposta è priva di giustificazione scientifica e “rischia di indebolire la conservazione del lupo in tutta Europa”. L’Ifaw ritiene che non vi siano prove che le popolazioni di lupi “si siano riprese abbastanza da supportare il declassamento, né da supportare l’ipotesi che la mossa possa alleviare i conflitti sociali ed economici associati ai lupi”. Il timore è che questi cambiamenti, “potrebbero creare ulteriori scappatoie legali, rendendo più facile l’abbattimento dei lupi invece di promuovere la coesistenza”.
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Humane World for Animals: decisione di “carattere fortemente politico”
Grazie a una protezione rigorosa, le popolazioni di lupi si sono riprese in molte parti del continente, costituendo un importante successo di conservazione. Tuttavia, il loro stato di conservazione continua ad essere tutt’altro che favorevole e il recupero è ancora fragile. Anche per Joanna Swabe, direttrice delle relazioni istituzionali di Humane World for Animals, la scelta di ridurre il grado di protezione dei lupi è di “carattere fortemente politico, plasmata da anni di pressioni incessanti da parte di coloro che sono determinati a fare del lupo un capro espiatorio e a veder abbattere un maggior numero di lupi, indipendentemente dalle conseguenze per la biodiversità”. Le realtà ambientaliste esortano a rivolgere l’attenzione all’attuazione efficace delle norme esistenti, al miglioramento delle misure di coesistenza e al sostegno agli agricoltori ma sulla base di soluzioni comprovate.
Humane World for Animals pone l’accento sull’imperativo che la Commissione EU affronti i “ritardi burocratici che, in alcuni Stati membri, ostacolano il pagamento tempestivo delle compensazioni agli allevatori per la perdita di animali allevati”. Le disposizioni sugli aiuti di Stato consentono di concedere una compensazione totale per i danni causati dai predatori, compresi i costi indiretti, come le spese veterinarie e la manodopera, nonché il rimborso completo per le misure volte a proteggere gli animali allevati. Tuttavia, fa notare Swabe, “l’efficacia di queste disposizioni sembra essere minata, in alcuni Paesi, da lunghe procedure amministrative”.
Poiché il Parlamento EU e il Consiglio EU discuteranno ora proposta prima dell’adozione, ulteriori emendamenti potrebbero indebolire la sostanza della direttiva. Per dissuadere i deputati e le deputate del Parlamento europeo, e gli Stati membri, dal tentare di smantellare ulteriormente la direttiva Habitat, evidenzia Swabe, “la Commissione europea deve chiarire senza mezzi termini che la proposta di declassare lo status di protezione del lupo potrebbe anche essere ritirata se questi colegislatori cercassero di modificare qualsiasi altra parte della legislazione”.
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