Dagli anni Ottanta, l’Europa si sta scaldando a una velocità doppia rispetto alla maggior parte degli altri continenti. La temperatura del 2022, anno caratterizzato da ondate di calore, siccità e incendi, ha superato la media preindustriale di circa 2,3 gradi centigradi. Le precipitazioni sono risultate inferiori alla media in gran parte della regione.
L’allarme arriva dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (World Meteorological Organization – WMO) e dal Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S). Il 19 giugno, le due organizzazioni hanno pubblicato l’annuale Rapporto sullo stato europeo del clima.
Aumentano le vittime causate dagli eventi meteo estremi
“Lo stress da calore senza precedenti che gli europei hanno sperimentato nel 2022 è stato uno dei principali fattori di aumento dei decessi legati alle condizioni climatiche in Europa”, commenta il dottor Carlo Buontempo, direttore di C3S. Stando all’Emergency Events Database (EM-DAT), gli eventi meteo estremi che hanno colpito l’Europa nel 2022 hanno causato 16.365 vittime e colpito direttamente 156mila persone.
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Se inondazioni e tempeste hanno causato la maggior parte dei danni economici, pari a circa due miliardi di dollari, le ondate di calore hanno provocato il maggior numero di vittime (oltre 16mila morti). “Purtroppo, la nostra attuale comprensione del sistema climatico e della sua evoluzione ci informa che questo tipo di eventi fa parte di un modello che renderà gli stress termici estremi più frequenti e più intensi in tutta la regione”, continua Buontempo.
Soffrono ghiacciai e oceani
I ghiacciai europei hanno perso un volume di circa 880 chilometri cubi di ghiaccio nel periodo compreso tra il 1997 e il 2022. Le Alpi sono state le più colpite, con una riduzione media dello spessore del ghiaccio pari a 34 metri. La calotta glaciale della Groenlandia ha perso 5 362 ± 527 Gt di ghiaccio nel periodo compreso tra il 1972 e il 2021, contribuendo per circa 14,9 mm all’innalzamento del livello medio globale del mare.
I valori relativi al riscaldamento della superficie degli oceani, in particolare nel Mediterraneo orientale, nel Mar Baltico e nel Mar Nero e nell’Artico meridionale, sono stati più di tre volte superiori alla media globale.
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Cresce la produzione di energia da fonti rinnovabili in Europa
Parallelamente, però, si è registrato anche un segnale di speranza: “Per la prima volta, nell’UE è stata generata più elettricità da energia eolica e solare che da gas fossili”, spiega il segretario generale della WMO, Petteri Taalas.
Secondo l’European Electricity Review di EMBER, nel 2022 l’energia eolica e solare hanno generato il 22,3 per cento della quantità di elettricità totale dell’UE, superando per la prima volta quella derivante dai gas fossili (20 per cento) e dal carbone (16 per cento), in parte grazie a un aumento significativo della capacità di energia solare disponibile. Inoltre, la radiazione solare superficiale annua nel 2022 è stata la più alta registrata dal 1983, superando del 4,9 per cento la media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020.
Climate change is taking a major human, economic and environmental toll in Europe, the fastest-warming continent of the world.
This is the #StateOfClimate in Europe. https://t.co/jlwJEbp6Qr pic.twitter.com/k9madD0vxM
— World Meteorological Organization (@WMO) June 19, 2023
Occorre puntare sulle previsioni climatiche per il settore energetico
Tutto questo evidenzia l’importanza delle variabili meteorologiche: la radiazione solare superficiale per l’energia fotovoltaica, la velocità del vento per l’eolica, le precipitazioni e il deflusso per l’idroelettrica.
“I servizi climatici svolgono un ruolo fondamentale nel garantire la resilienza dei sistemi energetici agli shock legati al clima, nella pianificazione delle operazioni e nell’informare le misure per aumentare l’efficienza energetica”, conclude Petteri Taalas.
Secondo un’indagine sui Servizi Meteorologici e Idrologici Nazionali condotta dall’Organizzazione, l’83 per cento dei Membri in Europa offre servizi climatici per l’energia. Tuttavia, meno della metà fornisce previsioni climatiche per il settore energetico. Esiste quindi un potenziale non sfruttato dei Servizi Meteorologici e Idrologici Nazionali a sostegno della transizione energetica.
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