In seguito ad un’altra torrida estate, la volontà delle persone di cercare refrigerio, quantomeno all’interno delle proprie abitazioni, è in aumento. A dirlo sono i dati del nuovo studio pubblicato dall’Euro-Mediterranean Center on Climate Change (CMCC): “Inequalities in Global Residential Cooling Energy Use to 2050”.
Lo studio pronostica un importante aumento dell’utilizzo di aria condizionata in ambiente domestico e una distribuzione iniqua di tale tecnologia tra le diverse fasce di reddito.
Leggi anche: Con l’aumento delle temperature aumentano condizionatori ed emissioni
Secondo le previsioni del CMCC la quantità di famiglie che utilizzeranno sistemi di aria condizionata aumenterà di una percentuale compresa tra il 27% ed il 48% entro il 2050. La diretta conseguenza di tale aumento sarà un raddoppio dei consumi di elettricità e un conseguente incremento nelle emissioni di anidride carbonica, stimato del 131%.
L’analisi di questi dati evidenzia come la situazione, allo stato attuale, stia spiralizzando. La volontà di ricercare ristoro nelle basse temperature in un mondo in continuo riscaldamento apporta benefici domestici che tuttavia aumentano la velocità con la quale il riscaldamento avviene.
Disuguaglianze sociali e povertà energetica nel raffrescamento
Lo studio evidenzia come l’accesso a sistemi di raffreddamento domestico potrebbe potenzialmente portare a un inasprimento delle disuguaglianze sociali. È fondamentale che anche le famiglie appartenenti alle fasce di reddito meno agiate possano accedere a sistemi di raffrescamento efficienti. Che sia attraverso sussidi statali, donazioni internazionali, pianificazione urbana o raffreddamento passivo è necessario che vi sia una equa distribuzione delle risorse tra tutta la popolazione.
La pianificazione energetica globale non è solo fondamentale per ridurre l’impatto dell’inquinamento sul clima, ma anche quello sociale.
“La granularità delle nostre proiezioni è un contributo importante per l’implementazione delle politiche,” spiega Giacomo Falchetta, ricercatore del CMCC e primo autore di un nuovo studio intitolato Inequalities in global residential cooling energy use to 2050. “Ad esempio, mostriamo che in regioni altamente esposte, come l’Asia meridionale e l’Africa subsahariana, entro il 2050 l’AC sarà ampiamente disponibile solo per le persone appartenenti a gruppi a reddito più elevato, mentre la stragrande maggioranza delle famiglie più povere ne resterà priva.”
“La nostra analisi dimostra l’importanza di prendere in considerazione informazioni più granulari se si vogliono affrontare i temi della povertà energetica e delle disuguaglianze legate al raffreddamento,” afferma Falchetta.
Impegno verso un futuro migliore
È nell’interesse comune cercare di far fronte a questo trend incalzante; lo sanno bene i rappresentanti delle nazioni che hanno partecipato alla 28ª Conferenza delle Parti (COP28) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Nell’ambito della conferenza, sessantaquattro paesi hanno ratificato il Global Cooling Pledge, riforma che annuncia la chiara intenzione di ridurre le emissioni provenienti dai sistemi di raffreddamento. L’obiettivo è l’abbattimento di almeno il 68% di tali emissioni entro il 2050, ampliando entro il 2030 l’accesso a sistemi di raffreddamento sostenibili e convertendo almeno il 50% dei condizionatori d’aria al fine di aumentarne l’efficienza.
Leggi anche: “The Cooling Solution” approda a Londra
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.