La sfida del secolo: come comunicare la crisi climatica

Il Premio 2024 del CMCC al Festival “Conversazioni sul Futuro” di Lecce

Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ricorda la figura di Romeo Bassoli – uno dei più brillanti interpreti del giornalismo scientifico italiano scomparso prematuramente nel 2013 – con il Premio “Romeo Bassoli per il giornalismo scientifico sul clima e la sostenibilità”, dedicato a chi si distingue per competenza, innovazione e originalità. Quest’anno il premio va a Ferdinando Cotugno, giornalista scientifico e curatore di Areale, la newsletter di Domani sull’ambiente che esce ogni sabato mattina.

Premio CMCC 2024 comunicare la crisi climatica

E’ nella cornice del Festival Conversazioni sul Futuro, tenutasi a Lecce il 18 ottobre scorso, che il CMCC celebra la consegna del suo premio presso l’Auditorium del Museo Castromediano. L’evento è stato preceduto da interventi dedicati alla crisi climatica, alle sfide del giornalismo e alle opportunità di accrescere la consapevolezza pubblica.

Le parole sono importanti. Soprattutto quelle che si scelgono per raccontare la crisi climatica. E la scelta di come raccontarla è appunto alla base della newsletter Areale, che esplora i temi dei cambiamenti climatici, transizione energetica e biodiversità, mostrando come questi fenomeni influenzino ambiente e società.

E’ proprio per il lavoro svolto con Areale, per la sua ampia produzione giornalistica, per i suoi podcast e per i suoi libri sui più attuali temi ambientali e climatici, che il CMCC ha individuato nella figura di Ferdinando Cotugno l’assegnatario del Premio “Romeo Bassoli” 2024.

Con le parole giuste

In un contesto in cui le tensioni geopolitiche evidenziano le significative fragilità dell’attuale sistema energetico globale, come confermato dall’ultimo World Energy Outlook 2024 dell’Agenzia internazionale per l’Energia (IEA), la scelta delle parole giuste in fatto di energia, clima e sostenibilità assume un ruolo ancora più rilevante.

Di fronte alle mutevoli tendenze del mercato, all’evoluzione delle incertezze geopolitiche, alle tecnologie emergenti, all’avanzamento della transizione verso le energie pulite e al crescente impatto del clima, sta cambiando il senso stesso di cosa significhi avere sistemi energetici sicuri. Le attuali tensioni geopolitiche e la frammentarietà creano rischi sia alla sicurezza energetica che all’azione globale per ridurre le emissioni. Sapere raccontare queste sfide diventa una questione di responsabilità.

Non a caso, tornando a Lecce, il tema al centro del panel del 18 ottobre è proprio il ruolo del giornalismo di fronte alla sfida climatica: come comunicare efficacemente, ad esempio, il riscaldamento globale con i linguaggi e gli strumenti necessari a descrivere un tema che unisce scienza, giornalismo e impegno civile.

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E di questo, Ferdinando Cotugno ne sa qualcosa: segue in prima persona eventi internazionali come la Conferenza delle Parti delle Nazioni Unite, che ogni anno rinnova accordi globali sul clima. A un mese dalla controversa COP29 di Baku, c’è da aspettarsi che la sua newsletter saprà fornire informazioni aggiornate e analisi critiche sui negoziati.

Durante l’incontro all’Auditorium del Museo di Castromediano, Cotugno dialoga con Gaia Scorza Barcellona (Repubblica Green & Blue), con Luca Carra (Scienzainrete.it) e Simone Fontana (Facta, A Fuoco), sotto la moderazione di Mauro Buonocore, responsabile comunicazione della Fondazione CMCC.

Abbiamo bisogno di parlare tanto di soluzioni, di futuro, di senso di possibilità e di apertura e di non sentirci condannati al declino e al collasso,” scrive Ferdinando Cotugno nell’ultimo numero della sua newsletter, in una riflessione sui modi, toni e linguaggi che si usano quando si parla di crisi climatica. “Continueremo (e continuerò) a parlare di soluzioni, a stare sul fronte della speranza. Ma il fronte della speranza, per essere credibile, non può perdere di vista la realtà.”

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