Siamo tendenzialmente felici quando, d’estate, vediamo le giornate allungarsi. E spesso, quando siamo sommersi dagli impegni di lavoro o al contrario abbiamo tantissimi luoghi da visitare durante un viaggio, scherziamo sul fatto che avremmo bisogno di giornate molto più lunghe. Ebbene, la crisi climatica sta realizzando il nostro “sogno”. Peccato però che si tratti di un incubo, più che di un sogno.
Sebbene si tratti di un allungamento minimo, nella scala dei millisecondi, una simile alterazione rischia di avere conseguenze profonde sul traffico internet, sulle transazioni finanziarie e sulla navigazione GPS, per esempio. È l’allarme lanciato da un gruppo di ricercatori del Politecnico federale di Zurigo, dell’Università dell’Alberta e del California Institute of Technology, in uno studio pubblicato il 15 luglio sulla rivista PNAS.
Crisi climatica e fusione dei ghiacci, l’impatto sulla rotazione terrestre
La colpa è della fusione dei ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide, che sta ridistribuendo le masse d’acqua “stoccate” alle alte latitudini negli oceani di tutto il mondo, portando a un accumulo in prossimità dell’equatore. Questo sta alterando la forma della Terra: è come se il suo girovita stesse aumentando, rallentandone la rotazione e allungando così la durata dei giorni. Sebbene il tasso di rallentamento fosse compreso tra 0,3 e 1,0 millisecondi per secolo (ms/cy) tra il 1900 e il 2000, da quell’anno in poi è accelerato fino a 1,3 ms/cy.
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Qualcosa su cui riflettere
Si tratta di una chiara dimostrazione di come l’umanità stia trasformando la Terra in modo radicale, alterando processi che esistono da miliardi di anni. “Possiamo vedere l’impatto degli esseri umani sull’intero sistema terrestre: non solo a livello locale, come avviene nel caso dell’aumento delle temperature, ma in maniera incisiva, modificando la rotazione del Pianeta”, ha commentato il professor Benedikt Soja del Politecnico di Zurigo, fra gli autori della ricerca.
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