Italia: “Principali trend climatici ed energetici non sono positivi”

I dati del rapporto 10 Key trend sul clima di Italy for Climate per la Giornata Mondiale della Terra

In Italia si sono registrati, nel 2024, 231 eventi climatici estremi in più (il totale è 3.631, mentre erano circa 3.400 nel 2023). Il nostro Paese ha tagliato in due anni appena di 7 punti percentuali la dipendenza energetica dall’estero (passata dal 79% del 2022 al 72% nel 2024). Contenuto è il taglio delle emissioni di gas serra, pari a circa –2,3% (era -6,5% nel 2023). Di positivo c’è la crescita delle rinnovabili, che lo scorso anno hanno rappresentato ben il 49% della produzione nazionale. È quanto emerge dalla sesta edizione del rapporto 10 Key trend sul clima, realizzato da Italy for Climate,  i cui dati sono stati divulgati il 22 aprile in occasione della Giornata Mondiale della Terra.

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Foto di Mika Baumeister su Unsplash.

Italia “paga i costi salati della crisi climatica”

L’analisi rileva che dopo un 2023 con segnali positivi, grazie a un taglio delle emissioni di gas serra in linea con gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione, i principali trend climatici ed energetici del 2024 non sono positivi. I dati pubblicati nel rapporto restituiscono “l’immagine di un Paese che ancora non sta marciando con il passo giusto sulla via della transizione energetica e che, per di più, paga i costi sempre più salati degli impatti crescenti della crisi climatica” si legge a commento nella nota stampa.

Tra le maggiori tendenze tracciate, i consumi di energia sono di nuovo in crescita, “in totale controtendenza rispetto agli impegni 2030 sull’efficienza energetica”. Più nel dettaglio, l’umento dei consumi è trainato dai trasporti e dagli edifici. L’unico ambito della transizione energetica su cui l’Italia ha buoni risultati è quello delle rinnovabili, con eolico e solare che insieme hanno raggiunto +7,5 GW di nuovi impianti installati. Un salto in avanti rispetto ai 5,7 GW del 2023 ma ancora lontano dagli oltre 10 GW all’anno che sarebbero necessari per conseguire i target al 2030.

Triplicati in sei anni gli eventi estremi, a picco le scorte idriche

Guardando ai 10 trend del rapporto, rispetto alla crisi climatica gli eventi estremi hanno triplicato il loro numero rispetto al 2018, con ben 1. 600 episodi di piogge intense. Nuovo record per la temperatura, con +1,5 °C rispetto alla media 1991-2020, contro il +0,65 °C su scala globale. Con riferimento all’acqua, sono 7 miliardi di metri cubi le scorte idriche, con un deficit del 36% sulla media del periodo 2011-2022 e picchi di -86% nel bacino del Tevere e dell’Aterno. Capitolo emissioni: è di circa il 2,3% il taglio delle emissioni, poco più di 10 milioni di tonnellate di gas serra, che attesta le emissioni nazionali a circa 375 milioni di tonnellate nel 2024, con un forte rallentamento rispetto al -6,5% del 2023.

I consumi finali di energia invece di ridursi tornano a crescere con un aumento di 1,6 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) pari a +1,5% sull’anno precedente. Nel contesto della dipendenza energetica, grazie alla crescita delle rinnovabili, la dipendenza dall’import fossile scende al minimo storico: 72% contro il 79% del 2022. L’Algeria è il primo fornitore di combustibili fossili mentre, e rientra nella top ten, anche la Russia, seppure con appena il 4%. Fari puntati sulla produzione elettrica: prosegue la decarbonizzazione del settore elettrico con un nuovo record storico. Il rapporto rileva che 1 kWh, prodotto in Italia, ha emesso appena 200 grammi di CO2, quasi il 65% in meno rispetto ai primi anni ’90.

+7,5 GW di nuovi impianti rinnovabili ma è ancora poco, crescono le Cer

In un paio d’anni, mette in luce l’analisi, il Paese ha installato impianti eolici e fotovoltaici in grado di produrre, ogni anno da qui ai prossimi 15-20 anni, circa 16 miliardi di kWh. I +7,5 GW di nuovi impianti sono un buon risultato, ma ancora lontani da quanto necessario per conseguire i target al 2030. Lontanissime le performance della Germania (+21 GW).  Un dato positivo è la crescita delle comunità energetiche rinnovabili, che in un anno sono triplicate e hanno superato nel 2024 le 300 iniziative. Capitolo industria. Ridotte del 40% le emissioni dal 1990 e nuovo record per l’intensità carbonica del valore aggiunto (ossia la quantità di emissioni prodotte per unità di ricchezza prodotta) che è sceso a circa 340 milioni di tonnellate di gas serra per milione di euro prodotto. Tuttavia, pesano due anni consecutivi di riduzione della produzione industriale.

Per quanto riguarda gli edifici, crescono i consumi energetici (0,9 Mtep) e calano le vendite delle pompe di calore (scese a meno di 360 mila unità). Bene il fotovoltaico residenziale con oltre 1,6 milioni di impianti installati sui tetti delle case degli italiani. In questo caso, è di oltre 9 GW la potenza installata, pari al 15% di tutti i consumi elettrici residenziali). In conclusione, il vero settore hard to abate nazionale si conferma quello dei trasporti, con le emissioni cresciute di oltre il 2% sul 2023, superando le 110 milioni di tonnellate di gas serra. Italia fanalino di coda in Europa per l’auto elettrica: solo il 4,2% delle nuove autovetture immatricolate sono state elettriche.

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