L’inquinamento luminoso è un tema di cui si sente parlare sempre di più. Tra le realtà che si occupano di sensibilizzare l’opinione pubblica c’è l’International dark-sky association (Ida), un’organizzazione no profit che vuole preservare il buio dall’invasività di una luce artificiale eccessiva, in grado di danneggiare gli equilibri dell’ambiente. L’ultima attività che questa associazione ha realizzato è l’identificazione della piccola nazione di Niue nel Pacifico meridionale come primo Paese ufficialmente accreditato come International dark sky place.
Ma cosa sono nello specifico gli International dark sky places? Si tratta di spazi in cui sono in vigore delle politiche di illuminazione responsabile che riescono a mantenere l’ambiente notturno naturalmente buio. Tra i territori che potevano fregiarsi di questo riconoscimento in tutto il mondo c’erano stati finora solo parchi, riserve e comunità locali. Ora per la prima volta un’intera nazione, ovvero Niue nel Pacifico, rientra nella categoria. “La gente di Niue è comprensibilmente orgogliosa e felice di ricevere un riconoscimento così importante dall’International dark-sky association” – afferma Felicity Bollen, ceo di Niue tourism – “essere il primo intero paese a diventare una nazione dal cielo oscuro è un risultato enorme per una piccola nazione del Pacifico con una popolazione di poco più di 1.600″. Tra le misure che Niue sta mettendo in atto ci sono la sostituzione dei lampioni su tutta l’isola e il miglioramento dell’illuminazione domestica.
Il progetto della Nasa
La Nasa ha lanciato un nuovo progetto denominato Satellite streak watcher, con cui chiede a tutti i cittadini di dare un contributo attraverso scatti fotografici realizzati con smartphone per tracciare la crescita demografica dei satelliti in orbita, in quanto questi dispositivi creano difficoltà nella osservazione notturna del cielo. “Nei prossimi anni, migliaia di satelliti verranno implementati nell’orbita terrestre bassa come parte delle nuove mega-costellazioni di Internet” – scrive la Nasa sul sito web del progetto – “abbiamo già visto le riprese dei primi 60 satelliti Starlink lanciati da SpaceX a maggio dell’anno scorso. Da allora ne sono stati lanciati altri 182 e il piano è di formare una costellazione di circa 12.000 satelliti in orbita attorno alla Terra. Questi satelliti forniscono accesso a Internet, il che è sicuramente una buona cosa, ma hanno un impatto significativo anche in termini di inquinamento luminoso sulle osservazioni del cielo notturno. Nelle tre ore successive al tramonto e prima dell’alba, queste strisce luminose della luce solare riflessa attraversano il cielo notturno e causando il caos con gli astronomi che provano a fotografare oggetti astronomici da terra. E’ anche un problema per gli astronomi dilettanti per le stesse ragioni”.
Studi sul tema
Tanti gli studi che affrontano la problematica dell’inquinamento luminoso. La Yale school of forestry and environmental studies ha realizzato una ricerca da cui emerge che il 40% delle 11.000 specie di uccelli del mondo sono in declino e che l’inquinamento luminoso gioca un ruolo importante in questo declino. Nello specifico la troppa luce causa collisioni fatali con edifici illuminati, influenzando la capacità di orientamento degli uccelli.
Le tartarughe marine subiscono particolarmente gli effetti del fenomeno. Secondo uno studio citato dal sito conserveturtles.org i loro cuccioli vengono spesso confusi dalle luci intense delle città mentre tentano di spostarsi dalla terraferma agli oceani.
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