L’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico potrebbe aumentare il rischio di depressione in età avanzata

È l’ipotesi di un gruppo di ricercatori che hanno associato polveri sottili, diossido di azoto e ozono a un rischio più elevato di depressione a insorgenza tardiva.

  • Respirare aria inquinata potrebbe aumentare l’insorgenza della depressione dopo i 64 anni.
  • Ad affermarlo è un team di ricercatori delle università statunitensi Harvard ed Emory.
inquinamento e depressione
Foto di Huy Phan/Unsplash

L’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico potrebbe aumentare il rischio di soffrire di depressione in età avanzata. È l’ipotesi di un gruppo di ricercatori delle università statunitensi Harvard ed Emory, il cui studio è stato pubblicato il 10 febbraio sulla rivista JAMA Network Open. È il primo a indagare la correlazione fra la qualità dell’aria e l’insorgenza della depressione negli individui sopra i 64 anni.

Gli studiosi hanno esaminato un campione di 8,9 milioni di pazienti, scoprendo che a più di 1,52 milioni era stata diagnosticata la depressione, una malattia molto seria che, nella terza età, può influire anche sull’abilità di pensare lucidamente. Secondo gli autori del paper, tuttavia, si tratta di una cifra sottostimata.

Polveri sottili, diossido di azoto e ozono

Il team di ricerca, guidato da Xinye Qiu, Liuhua Shi e Laura D. Kubzansky, ha raccolto gli indirizzi di tutti i pazienti per scoprire il loro grado di esposizione a tre tipi di sostanze inquinanti: polveri sottili (PM2,5), diossido di azoto e ozono. Tutte e tre le sostanze – già ritenute responsabili di altre patologie – sono state associate a un rischio più elevato di depressione a insorgenza tardiva. Anche nelle aree meno inquinate. “Ciò significa che non c’è una vera e propria soglia: le società future dovranno impegnarsi a rimuovere gli inquinanti dall’atmosfera, o quantomeno a ridurne il più possibile la presenza, perché il pericolo è reale”, ha dichiarato Qiu alla Cnn.

A rischio le fasce più vulnerabili della popolazione

I gruppi socio-economicamente svantaggiati sembrerebbero essere quelli più a rischio, probabilmente a causa della parallela esposizione allo stress. Anche gli anziani con problemi cardiaci o respiratori sono più sensibili allo sviluppo di depressione se esposti all’inquinamento da biossido di azoto, ha rilevato lo studio.

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Servono ulteriori approfondimenti

Va detto che la ricerca presenta alcune limitazioni, a partire dal fatto che ha preso in esame un campione scarsamente multietnico. E servono ulteriori indagini anche per capire le motivazioni che spingono l’inquinamento a provocare la depressione; patologia che non dovrebbe essere sottovalutata secondo gli esperti, ma trattata al pari dell’Alzheimer. È comunque probabile che, dato che l’invecchiamento può compromettere la risposta immunitaria, gli anziani siano particolarmente vulnerabili agli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico.


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