Incendi da record in Amazzonia

L’allarme del WWF

Il 2024 non è ancora finito, ma l’Amazzonia è già stata devastata da 53mila incendi, che hanno portato alla distruzione di una superficie di oltre quattro milioni di ettari, pari a quella dell’intera Svizzera. È il drammatico bilancio reso noto, il 12 settembre, dal WWF.

Amazzonia
Foto di Benjamin Lizardo su Unsplash

Raddoppiata la stagione degli incendi in Brasile

Fra i Paesi colpiti, c’è il Brasile, dove “la stagione degli incendi è in pratica raddoppiata, passando da tre a sei mesi” e dove gli abitanti si stanno trovando a fronteggiare “la più grave siccità degli ultimi quarant’anni”, come spiega Edoardo Nevola, responsabile foreste del WWF. Accanto al Brasile, ci sono l’Ecuador e la Bolivia.

Preoccupa l’impatto sulla biodiversità e sulla salute umana: le nubi tossiche hanno raggiunto undici Stati e l’aria è ormai irrespirabile, avverte il WWF, con livelli di PM2,5 a 300 microgrammi per metro cubo.

Una corsa contro il tempo per salvare l’Amazzonia

“A questo punto è fondamentale la collaborazione tra paesi dell’America Latina per evitare che l’Amazzonia raggiunga il tipping point, ovvero il punto di non ritorno”, conclude Nevola.

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L’obiettivo primario dovrebbe essere quello di arrestare la deforestazione, spesso provocata dall’espansione delle superfici agricole. Altre azioni di fondamentale importanza sono quelle volte a mitigare il riscaldamento globale, capace di creare condizioni favorevoli per il proliferarsi degli incendi.

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