È noto che l’inquinamento luminoso può alterare le abitudini degli uccelli migratori, disorientarli e portarli a scontrarsi con i palazzi, e impedire alle lucciole di sesso maschile di individuare le femmine. Le luci della costa possono confondere le tartarughine dirette verso l’oceano dopo la schiusa delle uova e attirare gli uccelli marini verso la terraferma, portandoli a finire nelle grinfie dei gatti che popolano i porti.
Ora, grazie agli esperti della stazione di ricerca CRIOBE sull’isola di Mo’orea, nella Polinesia francese, sappiamo che qualcosa di simile accade anche ai pesci: gli esemplari più giovani, attratti dalle acque luminose ricche di plancton, finiscono per essere divorati dai predatori felici di essersi imbattuti in una sorta di “frigorifero” illuminato e di potersi fare uno “spuntino di mezzanotte”.
I cieli stellati rischiano di diventare un lontano ricordo
Oltre l’80 per cento della popolazione mondiale vive sotto un cielo “illuminato”, anziché stellato, e in Europa e Nordamerica la percentuale si avvicina al 99 per cento. Dal 2012 al 2016, gli spazi esterni illuminati artificialmente sono aumentati del 2,2 per cento all’anno, come hanno dimostrato le immagini satellitari.
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Dieci anni fa, quasi un quarto delle coste globali, escluse quelle dell’Antartide, risultava illuminato artificialmente. Tuttavia, è molto probabile che l’inquinamento luminoso sia aumentato da allora.
L’uomo deve imparare a rispettare l’ambiente in cui vive
Lo studio polinesiano, coordinato da Jules Schligler, ha previsto la sistemazione di coralli presso dodici siti sperimentali al largo dell’isola, metà dei quali sono stati illuminati artificialmente. Gli scienziati hanno così osservato come le luci attirassero le larve dei pesci e, parallelamente, i predatori che se ne cibavano.
“Abbiamo scoperto che i coralli più luminosi attirano una quantità di pesci doppia o tripla rispetto agli altri”, ha spiegato Schligler al quotidiano britannico Guardian. Serviranno ulteriori indagini per capire se sia la luce stessa o la prospettiva di un pasto a sedurre maggiormente gli animali, ma è comunque certo che l’intervento dell’uomo altera il comportamento naturale delle altre specie, rischiando di avere un impatto negativo su interi ecosistemi.
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