Degli otto milioni di specie viventi presenti sulla Terra, un milione rischia l’estinzione. L’Italia è il paese europeo che vanta il maggior tasso di specie endemiche: più del 50 per cento delle specie vegetali e il 30 per cento delle specie animali di interesse conservazionistico a livello europeo si trovano solo all’interno dei nostri confini.
Se, a livello globale, si è giunti alla protezione di circa il 16 per cento delle terre emerse e l’8,2 per cento degli oceani, in Italia le aree protette coprono il 17 per cento della superficie terrestre nazionale e l’11 per cento di quella marina. È quanto emerge dal primo Report annuale sulla biodiversità in Italia del National Biodiversity Future Center (NBFC), presentato a Palermo il 22 maggio, in occasione del Biodiversity Day.
Il legame fra la salute degli ecosistemi e quella degli esseri umani
Nell’ultimo anno il team di NBFC ha studiato quasi mille specie di piante, alghe e organismi marini del Mediterraneo, in cerca di sostanze nuove e preziose che non solo possano arricchire la nostra dieta, ma anche offrire benefici antiossidanti e antinfiammatori e prevenire malattie.
Obiettivo dei ricercatori è dimostrare il legame fra la salute degli ecosistemi e quella degli esseri umani, ma anche quantificare il valore economico delle risorse naturali. Del resto, la Banca Mondiale ha stimato che la perdita di servizi ecosistemici potrebbe arrivare a costare 2,7 trilioni entro il 2030.
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Le strategie di conservazione della biodiversità
Per questo, il report NBFC mette in luce anche alcune delle strategie che si sono dimostrate efficaci nella conservazione della natura, fra cui:
- gli interventi di forestazione urbana. Uno dei prodotti NBFC è il modello FlorTree, il cui database, in continuo aggiornamento, al momento include circa 250 specie adatte al contesto urbano e capaci di traspirare e ridurre le temperature;
- il ripristino delle praterie sottomarine;
- l’uso di tecnologie per il monitoraggio delle aree a rischio;
- l’adozione di linee guida per favorire la conservazione delle specie minacciate e la gestione di quelle invasive;
- l’ampliamento delle zone marine protette in aree strategiche del Mediterraneo;
- la limitazione dell’inquinamento marino;
- lo sviluppo di un’economia blu sostenibile.
Il ruolo della Citizen Science
NBFC promuove anche la Citizen Science, che sta assumendo ormai connotazioni da vera e propria disciplina professionale, che consente di coinvolgere la cittadinanza in maniera capillare partendo dalle scuole e dalle singole comunità territoriali. In quest’ottica, sarà realizzata in autunno una grande mostra nazionale al Palazzo delle Esposizioni di Roma dove l’arte incontrerà la scienza.
È importante, secondo il centro di ricerca, “generare cultura della biodiversità”, sostenere startup e aziende innovative e investire nell’educazione di “una nuova generazione di scienziati”, tant’è che nel 2023 ha lanciato il primo Dottorato nazionale sulla biodiversità che ha già 35 studenti attivi.
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