Il fumo degli incendi canadesi ha raggiunto l’Europa

Le emissioni generate dai roghi sono le più elevate degli ultimi vent’anni. I dati di Copernicus.

incendi Canada

Dopo aver causato un significativo peggioramento della qualità dell’aria in tutto il Nordamerica, il fumo degli incendi boschivi canadesi ha raggiunto anche le coste europee. A dare l’allarme, in data 27 giugno, è stato il Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS).

A causa di siccità e temperature elevate, dall’inizio del mese di maggio vari roghi hanno coinvolto la parte occidentale del Canada, per poi estendersi anche alle regioni orientali. Hanno generato, finora, circa 160 megatonnellate di emissioni di carbonio: in base ai dati del CAMS Global Fire Assimilation System, raccolti dal 2003 a oggi, si tratta delle più alte emissioni totali annue stimate per il Paese.

A livello europeo, non è previsto un significativo peggioramento della qualità dell’aria in superficie

“Il nostro monitoraggio dell’entità e della persistenza delle emissioni degli incendi boschivi in Canada dall’inizio del mese di maggio ha mostrato quanto sia stato insolito, se confrontato con i due decenni del nostro set di dati”, ha commentato Mark Parrington, Senior Scientist del CAMS.

“Il trasporto a lungo raggio del fumo che stiamo monitorando non è insolito e non si prevede che abbia un impatto significativo sulla qualità dell’aria in superficie in Europa, ma il fatto che i valori della profondità ottica dell’aerosol e degli altri inquinanti associati al pennacchio di fumo siano così alti quando raggiungono questo lato dell’Atlantico, è un chiaro riflesso dell’intensità degli incendi”.

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Le concentrazioni di particolato (PM2,5 e PM10) in superficie, che potrebbero aggiungersi alle fonti locali di inquinamento atmosferico, verranno comunque monitorate con costanza per segnalare tempestivamente ogni eventuale variazione.


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