pneumaticiNel 2019 il consorzio Ecotyre ha gestito quasi 47 milioni di kg di pneumatici fuori uso. Numeri straordinari per il recupero dei Pfu, settore che è un vero esempio di economia circolare. Il consorzio ha raggiunto il 101,2% dell’obiettivo di legge e ul valore economico stimato di 13 milioni di euro.

La raccolta degli pneumatici fuori uso

Per avere un’idea del lavoro condotto basti pensare che la raccolta è stata svolta dalle 109 imprese di logistica partner di Ecotyre, che hanno effettuato quasi 20.000 missioni di ritiro in circa 12.858 punti di ritiro, gommisti e officine di tutta Italia. I ritiri sono aumentati: Centro +454 ritiri, Nord +307, Isole +216 e Sud +176. Sono stati effettuati quotidianamente da 1.055 mezzi, il 73% dei quali Euro 5 o Euro 6. Quest’ultima categoria conta oggi 408 mezzi con una crescita in un anno del 33%.
La raccolta è avvenuta in media nei tempi previsti e con una logica di prossimità: i Pfu sono trasportati all’impianto di trattamento più vicino per ridurre costi ed emissioni inquinanti.

Meno costi per i consumatori

Questo è solo l’ultimo dei traguardi per Ecotyre: in 9 anni di attività ha gestito oltre 367 milioni di kg di Pfu. Le operazioni di recupero sono svolte dai 21 Recycling partner, sui 130 totali, che si occupano del trattamento e recupero. In questo arco temporale il contributo ambientale è diminuito del 28%. Rispetto al 2018, l’importo che i consumatori versano quando acquistano uno pneumatico nuovo per coprire i costi di ritiro, trattamento e recupero dello pneumatico giunto a fine vita è sceso da 2,25 euro a 2,15 euro.

Le iniziative di Ecotyre

Queste complesse operazioni di gestione sono organizzate da Ecotyre attraverso il Piano nazionale di raccolta. Dal 2019 si può consultare sul sito la mappa interattiva che fa vedere in tempo reale l’andamento della raccolta e della gestione degli pneumatici fuori uso.

Per il 2020 Ecotyre si è posto l’obiettivo di ottimizzare il recupero di tutte le tipologie di pneumatico. Una sfida per il progetto “da Gomma a gomma 2.0”, lanciato nel 2019, che consente di usare la gomma triturata derivante dai Pfu per generare una mescola utile alla produzione di altri pneumatici, equivalente a quella tradizionale. Il consorzio punta a equipaggiare almeno 1.000 veicoli entro i prossimi 36 mesi.


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