Parte il progetto Divina, Decarbonizzazione dell’industria vetraria: idrogeno e nuovi assetti, per ridurre le emissioni nella fase di fusione del vetro, che rappresenta oltre il 50% del consumo energetico complessivo di tutto il processo di produzione. A guidare il gruppo di lavoro Snam, Rina, Bormioli Luigi e Bormioli Rocco. A collaborare anche Stara Glass, università degli studi di Genova, stazione Sperimentale del Vetro, Ifrf Italia, Sgrpro e Rjc Soft.
Idrogeno, il progetto Divina per la decarbonizzazione del vetro
Il progetto si occuperà di testare l’utilizzo dell’idrogeno per alimentare i forni fusori esistenti e in regolare regime di produzione delle vetrerie per provare a ridurre le emissioni della filiera di produzione del vetro che, oltre quella dell’acciaio, è fortemente energivora. “Questo progetto si aggiunge a quanto stiamo già facendo nei settori dell’acciaio, del trasporto ferroviario e delle ceramiche”, commenta in una nota stampa Marco Alverà, amministratore delegato di Snam. “Dopo il primo test con un mix di gas naturale e idrogeno al 30% nella lavorazione dell’acciaio che abbiamo svolto a maggio, le nostre competenze e i nostri laboratori sono a disposizione anche del progetto Divina”, rimarca Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato di Rina.
Il progetto Divina consentirà di testare, nel breve e medio periodo, l’introduzione di quote crescenti di idrogeno per verificarne la compatibilità della combustione, mettendo a confronto la sperimentazione in laboratorio e il reale contesto produttivo. Offrirà anche l’opportunità di ottimizzare le regole di progettazione dei cosiddetti Forni 4.0, che promettono migliori prestazioni ambientali.
“In qualità di eredi di una delle più antiche tradizioni industriali europee di produzione di vetro di alta qualità, vogliamo essere protagonisti del processo di decarbonizzazione del nostro settore catalogato come hard-to-abate”, aggiunge Vincenzo Di Giuseppantonio, amministratore delegato del gruppo Bormioli Luigi. “L’impiego di un blend di idrogeno al 30% nei processi fusori del vetro a livello nazionale consentirebbe di ridurre le emissioni di 200.000 tonnellate, pari alle emissioni equivalenti di circa 100.000 autoveicoli”, rimarca Snam in nota.
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