Gli incendi che hanno colpito il Canada fra maggio e ottobre hanno emesso quasi 480 megatonnellate di carbonio, una quantità quasi cinque volte superiore alla media degli ultimi vent’anni, pari al 23 per cento delle emissioni totali di carbonio da incendi boschivi del 2023. A rivelarlo è il Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – CAMS), in una nota rilasciata oggi (12 dicembre).
“La portata e la persistenza dei roghi canadesi hanno raggiunto livelli mai registrati. L’impatto sulla qualità dell’aria nel Nordamerica e il fatto che l’Europa abbia potuto sperimentare cieli nebulosi a causa di questi incendi è una chiara indicazione della loro importanza”, commenta Mark Parrington, Senior Scientist del CAMS.
Gli Stati Uniti e la Russia
Se gli incendi in Canada hanno superato i record, gli Stati Uniti e la Russia hanno vissuto una stagione meno drammatica del solito, con emissioni al di sotto della media dei vent’anni precedenti. Tuttavia, gli incendi boschivi sull’isola hawaiana di Maui, durante il mese di agosto, sono stati notevoli sia in termini di emissioni che di impatto locale, causando un bilancio considerevole in termini di vite umane e infrastrutture.
L’Europa
Luglio e agosto sono stati mesi difficili per la regione mediterranea dell’Europa e, in particolare, per la Grecia e la Spagna. I roghi al confine tra Aragona e Valencia e nelle Asturie, alla fine di marzo, sono stati i primi incendi boschivi di grandi dimensioni dell’anno e hanno provocato le più alte emissioni per il mese mai registrate nel dataset CAMS-GFAS. Nel mese di agosto, l’arcipelago delle Canarie ha registrato le più elevate emissioni di carbonio dal 2003.
L’emisfero meridionale
Guardando invece all’emisfero meridionale, va detto che, nei mesi di ottobre e novembre, le regioni tropicali dell’Australia hanno registrato il più alto numero di incendi boschivi. Il CAMS prevede che il rischio resterà molto elevato in vaste regioni del Paese, in particolare nel Queensland e nel Nuovo Galles del Sud. In Sudamerica, le emissioni da incendi sono aumentate considerevolmente in Bolivia e negli Stati meridionali del Brasile intorno alle zone umide del Pantanal, in relazione alla siccità in corso e all’aumento delle temperature.
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Gli esperti del CAMS spiegano infatti che l’intensificarsi delle ondate di calore, unitamente a periodi siccitosi di lunga durata, aumenta la probabilità che si verifichino incendi boschivi senza precedenti.
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