Giustizia e clima, nasce il “Centro per le responsabilità penali per i disastri naturali”

L'iniziativa a cura di UnitelmaSapienza

Inondazioni, terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche e frane. Eventi climatici estremi sempre più frequenti anche nel nostro Paese dove cresce il rischio di esposizione. Nel caso questi fenomeni accadano e causino vittime, di chi è la responsabilità penale? Un tema su cui scienziati e giuristi si stanno interrogando e che è affrontato nel convegno “I rischi naturali tra sfide scientifiche e responsabilità penali”, organizzato da UnitelmaSapienza Università di Roma, il 21 giugno a Roma.

UnitelmaSapienza su questi temi ha istituito il “Centro per le responsabilità penali per i disastri naturali, di cui questo evento è il primo atto” come annuncia la professoressa Cecilia Valbonesi nel corso dei lavori.

La necessità di prevenzione

Le decisioni giurisprudenziali affrontano oggi “prima il tema della colpa poi della causalità. Si sta realizzando una sorta di sfarinamento della causalità. Nelle manifestazioni forti questo principio si va estinguendo” spiega il prof. Stefano Preziosi dell’Università degli Studi Tor Vergata. Questo perché i rischi naturali non si possono prevedere, ma se ne conosce l’esistenza, quindi cresce la richiesta di “prevenzione” continua il Professor Preziosi “Perché entrano in crisi i fondamenti della causalità la cui matrice statistica viene oggi affidata a massime di esperienza” spiega.

Giustizia riparativa, il caso del Cile

“Ha senso punire questi comportamenti del quadro della colpa lieve? Secondo me no, e andrebbero affidati solo alla colpa grave” sottolinea la professoressa di UnitelmaSapienza Cecilia Valbonesi.

Il Cile è uno dei paesi maggiormente virtuosi in riferimento al quadro legislativo e regolamentare. Ha avviato procedure di creazione dei protocolli e ha implementato risposte di giustizia riparativa a seguito del disastro causato dallo Tsunami del 2010.

“L’ordinamento cileno nell’art.490 del codice penale sanziona la responsabilità colposa per lesioni e omicidio a titolo di colpa grave. Il Cile non ha ancora fatto il passo di depenalizzare colpa lieve, cosa che ha fatto la Spagna ma siamo sulla buona strada“.

“Su un punto penso dovremmo essere tutti d’accordo l’incertezza che è parte di questi rischi e di cui dovremmo farci carico” continua Valbonesi.

“La misura riparativa deve oggi assumere le vesti dell’attuazione ex-post della cautela violata. In Cile ed in particolare nel processo Caso Tsunami, tali misure hanno assunto il volto di seminari offerti dagli imputati alla popolazione sulla gestione del rischio tsunami” conclude (nel video il commento completo).

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.