erosione marina
Dallo studio “Ocean&Coastal management” l’entità della erosione marina nel parco della Sentina

L’erosione delle coste è una delle conseguenze del cambiamento climatico. Lo studio “Ocean&Coastal management”, condotto dai ricercatori dell’Enea, dell’Ispra, del Cnr e dall’università di Camerino, ha studiato il fenomeno nella riserva naturale della Sentina nelle Marche. In questi luoghi negli ultimi venti anni, la forte antropizzazione della costa Adriatica ha compromesso migliaia di metri quadrati di spiagge, cancellando circa 9 ettari di costa.

La riserva naturale regionale della Sentina è una piccola area marina protetta dal grande valore ambientale. Si estende per circa 180 ettari tra il comune di San Benedetto del Tronto, l’area urbana di Porto d’Ascoli a nord e il fiume Tronto a sud. Nella zona protetta ci sono dune, zone umide retrodunali, praterie salmastre ricche di flora e fauna autoctona. La Riserva naturale inoltre costituisce l’unico punto di sosta per migliaia di uccelli migratori tra le aree umide del Delta del Po’ e del Gargano.

La ricerca ha calcolato la scomparsa di circa 40mila metri quadrati di habitat naturale dal 1985 al 2012, a causa dell’erosione marina. “Sono state effettuate indagini topografiche, batimetriche, sedimentologiche e stratigrafiche, analizzando i dati dal 1985 ad oggi, ed è stato sviluppato un geo-database con tutte le informazioni raccolte”, spiega nello studio Matteo Conti dell’Ispra.

“L’approccio metodologico basato sull’incrocio di dati geografici, storici, territoriali, oltre a rilievi sul campo, consente la mappatura, la condivisione di dati e di risultati e la sua replicabilità e adattabilità ad altri contesti – sottolinea Sergio Cappucci del dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea inoltre, può rappresentare un valido strumento di supporto alle decisioni per le amministrazioni e le istituzioni coinvolte nella gestione dei sedimenti per la conservazione dell’habitat costiero e lo sviluppo di strategie di adattamento”.

L’area protetta è tra le più esposte. Il fiume Tronto, che scorre al confine tra le Marche e l’Abruzzo, non trasporta più la sabbia necessaria. L’ecosistema non riesce a controbilanciare l’erosione del mare. All’origine del depauperamento balneare ci sono le attività estrattive.

Il ripascimento morbido è uno dei metodi impiegati per mitigare l’erosione delle spiagge. Si tenta di proteggere la riserva della Sentina dragando i sedimenti del porto di San Benedetto del Tronto, dove avvengono periodici processi di insabbiamento.

Sette aree a rischio inondazione entro la fine del secolo

Già nel 2019 l’Enea aveva inserito il parco della Sentina in una lista di aree a rischio. I ricercatori infatti hanno stimato che entro il 2100 oltre 5.600 km quadrati di costa e più di 385 km di aree costiere della Penisola saranno sommerse dal mare a causa della erosione marina e dell’innalzamento dei mari.

La mappa del rischio di inondazione comprende quattro località situate sul versante Adriatico. Tre in Abruzzo, Pescara, Martinsicuro (nella provincia di Teramo) e Fossacesia (nella provincia di Chieti) e una in Puglia a Lesina, nella provincia di Foggia.

Le altre aree a rischio sono sulle isole. Da Granelli nella provincia di Siracusa, dove l’Enea ha stimato la perdita di 6 km quadrati di costa a qualche centinaio di metri quadrati a Marina di Campo sull’Isola d’Elba.

Altre porzioni di costa potrebbero scomparire tra Trieste, Venezia, Ravenna, nel golfo di Taranto, nelle piane di Oristano e Cagliari, nella Versilia in Toscana, a Fiumicino e Fondi, nelle isole Eolie, tra la Sele e il Volturno in Campania.


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