Un mese fa, lo scorso 8 ottobre, la Cina ha ordinato alle sue imprese di aumentare la produzione di carbone. Le motivazioni? La crisi energetica e la domanda di prodotti alle fabbriche cinesi dagli altri Paesi. La Cina si è impegnata a non finanziare nuove centrali a carbone all’estero, ma ciò che avviene tra le mura domestiche è un aumento della produzione.
Le centrali a carbone cinesi
Il numero delle centrali a carbone è in aumento. Secondo il Centre for research on energy and clean air (Crea) nel 2020 la Cina ha costruito centrali a carbone per una potenza più che tripla rispetto a quella installata da tutti gli altri Paesi. Anche nel primo semestre del 2021 il governo ha approvato la costruzione di 43 siti.
A partire dal 2026 la Cina si impegna a limitarne l’uso e a raggiungere il 25% dei combustibili non fossili al 2030 e l’80% al 2060. Inoltre, altro obiettivo fondamentale, è quello di raggiungere entro i prossimi dieci anni una capacità di energia solare ed eolica pari a 1.200 GW.
La Cina è il Paese che investe maggiormente in rinnovabili
Nonostante tutte le contraddizioni del caso, emerse anche dalla Cop26, la Cina è, e rimane, il Paese che investe maggiormente a livello globale nelle fonti rinnovabili e possiede la maggiore potenza installata globale di solare fotovoltaico. Il continente raggiungerà il picco di emissioni al 2030 per poi iniziare a decrescere e raggiungere la neutralità carbonica al 2060, secondo le dichiarazioni del premier Xi Jinping.
Il mix energetico attuale
Il mix energetico cinese si basa per l’85% sulle fonti fossili e per il 15% sulle fonti rinnovabili. È il maggiore consumatore di carbone al mondo con una quota del 50,2%. Al secondo posto c’è l’India, con un consumo pari all’11,3%, e al terzo posto si collocano gli Stati Uniti, con l’8,3%.
I consumi energetici del Paese sono soddisfatti per il 57% dal carbone che contribuisce al 66% della produzione elettrica.
Quanti investimenti servono per abbandonare il carbone al 2060?
Secondo uno studio condotto dall’Università Tsingua di Pechino, entro il 2050 la Cina dovrebbe investire 15mila miliardi di dollari per passare definitivamente alle energie rinnovabili.
Sono cifre astronomiche, ma arrivare a produrre in trent’anni l’80% dei consumi energetici del Paese da fonti elettriche non è impossibile, dato che il Paese produce già oggi il 30% dell’energia elettrica da rinnovabili.
Negli ultimi due decenni, la Cina ha investito in energia solare in modo significativo, infatti è diventata uno dei principali mercati di energia solare al mondo. Attualmente, è leader indiscusso dell’industria fotovoltaica a livello globale, riuscendo a mantenere il primato dal 2015, da quando ha surclassato la Germania.
La capacità solare cinese installata e da installare
Nel 2018, la capacità solare installata in Cina era pari a 44,1 GW. Le installazioni fotovoltaiche dovrebbero raggiungere i 370 GW entro il 2024.
Per il 2021 secondo la China photovoltaic industry association (Cpia) il Paese andrà ad aggiungere fino a 65 GW di capacità di energia solare, portando la capacità installata a 300 GW entro fine anno. Nel primo semestre del 2021, sono stati installati solo 13 GW per via dell’impennata dei prezzi dei prodotti che hanno rallentato lo sviluppo dei progetti solari. Il prezzo del polisilicio, materia chiave per la produzione di celle solari, era tre volte e mezzo più alto del 2020. In questo stesso anno, la Cina ha realizzato 48 GW di fotovoltaico, registrando un incremento del 60% rispetto al 2019, e 72 GW di eolico per un totale di 120 GW.
La crescita dell’energia solare
La crescita accelerata dell’industria dell’energia solare è dovuta principalmente alle sovvenzioni del Governo cinese, che hanno contribuito a ridurre il costo dell’energia solare. Tre dei quattro maggiori impianti fotovoltaici si trovano in Cina, compreso il Tengger desert solar park, uno dei più grandi parchi solari del mondo, che ricopre una superficie di 43 Kmq (nel 2018 era il parco solare con maggiore picco di capacità elettrica pari a 1547 MW). Ma la Cina si attesta al primo posto nella classifica degli impianti più grandi del mondo, con la Longyangxia hydro-solar PV station, impianto da 320 Mwp (megawatt potenza) a Longyangxia Dam, nella provincia di Qinghai.
L’obiettivo cinese è di raggiungere 1.300 GW di capacità solare entro il 2050.
Lo spazio come nuova frontiera per l’installazione di energia solare
Le aziende produttrici di energia solare cinesi si sono poste anche l’obiettivo di esplorare lo spazio: gli scienziati infatti stanno analizzando la possibilità di installare una stazione di energia solare in orbita, a 22.370 miglia sopra la Terra. La stazione spaziale dovrebbe occupare 33 acri e potrebbe iniziare a generare energia già prima del 2040.
La Cina è anche il maggiore produttore mondiale di veicoli e bus elettrici, inoltre produce il 70% dei pannelli solari e circa il 50% delle turbine eoliche a livello mondiale. Ovviamente, più Stati Uniti ed Europa investono in rinnovabili, più dipendono dalle componenti prodotte in Cina.
Per quanto controverso, rimane indiscusso il primato cinese della produzione di batterie a ioni di litio, pari al 70%, e l’estrazione di terre rare.
Rimane in piedi per la Cina anche l’opzione di incrementare la capacità di energia nucleare, annoverata tra le energie pulite, per cui poi il problema delle scorie è solo rimandato.
Le potenzialità dell’idrogeno verde
Da non sottovalutare le potenzialità del continente in merito all’idrogeno verde per cui sono già stati messi sul piatto investimenti che spazieranno dalla produzione all’installazione di stazioni di ricarica in tutto il continente.
Già nel 2019 la compagnia petrolifera di Stato Sinopec decise di costruire le prime pompe di rifornimento a idrogeno, così da arrivare a ricaricare almeno un milione di autoveicoli. Gli investimenti del colosso ammonteranno a 4,6 miliardi di dollari entro il 2025. L’obiettivo del colosso è diventare il principale produttore di idrogeno in Cina.
Attualmente nella provincia di Hebei vi sono quattro progetti per la produzione di idrogeno e nella provincia di Jilin è stato pianificato un hub dell’idrogeno che utilizzerà energia eolica.
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